Migranti, ancora nessuna intesa per la regolarizzazione: ecco perché

Migranti, ancora nessuna intesa per la regolarizzazione: ecco perché. A quanto pare, sarebbe il M5s a mettere un freno, per via delle riserve sul tema

Migranti, ancora nessuna intesa per la regolarizzazione: ecco perché
Migranti, ancora nessuna intesa per la regolarizzazione: ecco perché(GettyImages)

Ancora nessuna intesa per la regolarizzazione dei migranti irregolari che prestano servizio come braccianti, colf o badanti. Alla base di questa frenata ci sarebbe il M5S, che prosegue su una linea dura coerente con l’idea sempre avuta sul tema. È prevista per oggi una riunione per definire la questione ma c’è chi teme che i pentastellati tenteranno di far saltare la cosa, o comunque di mettere in discussione ogni tentativo di mediazione.

In un video postato su Facebook Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno del M5s, dice la sua sulla suddetta questione. “Non facciamo sconti ai criminali, se è urgente recuperare braccianti per l’agricoltura, non è altrettanto urgente fare un regalo a chi sfrutta il lavoro: caporalato e lavoro nero vengono perseguiti quotidianamente dalle forze dell’ordine che dobbiamo ringraziare perché non si arrendono mai davanti a chi commette reati“.

Il Pd, da parte sua, sostiene che nel testo per la regolarizzazione, sarebbero inseriti “una serie di vincoli per accogliere le obiezioni M5s. Tra questi, l’esclusione di ogni sanatoria per i condannati per reati come il caporalato: non si può continuare a discutere all’infinito“.

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Tutto questo, mostra la diversità di vedute tra Pd e M5s sull’argomento. Un effetto a dir poco decisivo lo avrà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E intanto Cia Agricoltori Italiani spinge per la regolarizzazione, poiché a detta loro, la suddetta “rischia di avere effetto fra troppi mesi, quando la stagione della raccolta sarà terminata“. Secondo l’ex ministro degli Interni Minniti, “Un Paese che lotta contro il coronavirus non può avere sul proprio territorio persone che sono fantasmi senza identità, irrintracciabili, che vivono in baraccopoli illegali potenziale focolaio di epidemia. Non è agli stranieri che facciamo un favore regolarizzandoli, ma all’Italia perché ne va della salute pubblica“. 

Tuttavia, attualmente, si continua a trattare e la bozza del decreto c’è. In essa è scritto che i datori di lavoro possono fare richiesta per regolarizzare i dipendenti in nero, stranieri o italiani, pagando una somma forfettaria sui 400 euro. Per gli stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, invece, su versamento di 100 euro, sarà possibile rinnovare il permesso per trovare un nuovo impiego. In ogni caso nel testo di legge si esclude in maniera esplicita dalla sanatoria chi ha subito condanne per capolarato o favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I pentastellati, però, vorrebbero escludere  dalla regolarizzazione anche gli indagati per caporalato. E nel frattempo il tempo stringe ed è necessario giungere a un’intesa.

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