Lilian Sora, Africa Miele: chi è l'accusata da Silvia Romano (Foto di Archivio) - meteoweek
Silvia Romano accusa l’associazione di averla mandato allo sbaraglio ma chi c’è in cima alla piramide? Cosa è successo davvero in Africa?
Ad attenderla in Italia c’erano le braccia accoglienti della sua famiglia e lei aveva il sorriso di chi aveva lottato ma finalmente poteva riprendere fiato. A pochi giorni dal suo ritorno in patria Silvia Romano però ha lanciato un j’accuse, nei confronti di chi, secondo lei sarebbe in parte responsabile del suo rapimento: «Mi hanno mandata allo sbaraglio». Si riferisce ad Africa Milele, la Onlus marchigiana che l’aveva spedita in Kenya; la cooperante milanese, sequestrata nel 2018 da un commando di terroristi islamici e liberata tre giorni fa in Somalia ha riferito ai magistrati di essere stata lasciata sola, abbandonata a se stessa, l’unica europea e senza scorta e collaboratori in un avamposto nella savana. Lilian Sora fondatrice della onlus, però non ci sta e rispedisce le accuse al mittente: «Era controllata», e rivela il sospetto secondo il quale «alcuni componenti del commando abbiano dormito vicino alla nostra casa, prima del rapimento». E continua a difendersi così: «Silvia non è stata mandata da sola a Chakama. È partita con due volontari e ad aspettarli c’era il mio compagno con un altro addetto alla sicurezza, entrambi masai». Gli uomini «dovevano rientrare a Malindi il 19 novembre e Silvia doveva andare con loro», ma ci fu un non ben precisato «intoppo», e la ragazza rimase sola a Chakama. Fino al 20, la data del sequestro: «Qualcuno la spiava» e sapeva quando attivarsi per il rapimento. Ma chi è veramente Lilian, la donna fondatrice della Onlus Africa Miele?
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Quarantadue anni, di Fano, arriva in Africa nel 2009 e se ne innamora perdutamente pur vivendo l’angoscia della povertà del Paese. Il progetto d’un orfanotrofio, l’educazione dei piccoli, la raccolta di cibo, il sostegno a distanza, le bomboniere solidali. «Lilian ha aiutato decine di bambini — racconta l’ex volontaria romana al Corriere —. Una volta ne ho incontrato uno in Italia, che aveva portato per curarsi: felice, ben accudito, amato…». Contro di lei ora pende una denuncia dei Romano alla Farnesina per farla chiudere. Adesso però non è ancora il momento delle responsabilità ma solo quello della gioia per il ritorno di Silvia.
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