Marigliano (Napoli): un’inchiesta fa luce su una gestione illecita degli affari penali nell’Ufficio del Giudice di Pace, l’accusa è di corruzione. Un cancelliere, 10 avvocati e un “factotum” arrestati.
Oggi i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e del Comando Anti-falsificazione Monetaria di Roma hanno eseguito diversi arresti per corruzione all’interno dell’Ufficio del Giudice di Pace di Marigliano (Napoli). Tra gli arrestati: un cancelliere in servizio, 10 avvocati e un factotum, ex dipendente del comune. L’indagine è stata coordinata dalla procura di Nola. Stando a quanto risulterebbe dall’inchiesta, l’Ufficio sarebbe stato al centro di una costante e consolidata gestione illecita degli affari penali, una gestione criminale che sarebbe anche accusata di corruzione.
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L’inchiesta comprende una fetta molto ampia di addetti e collaboratori. In tutto, infatti, sono state emesse 15 misure cautelari. Oltre all’arresto in carcere per il cancelliere e agli arresti domiciliari per i 10 avvocati e il factotum, l’inchiesta ha coinvolto anche altri 3 legali. Per loro è stata predisposta la sospensione dell’esercizio della professione della durata di un anno. La dinamica sarebbe classica: il cancelliere, in cambio di “doni”, assecondava le richieste dei suoi amici avvocati per quanto riguarda le iscrizioni a ruolo. Gli avvocati implicati, a loro volta, con il lasciapassare del cancelliere riuscivano ad ottenere per i loro fascicoli il giudice di pace desiderato.
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Tra i “doni” ricevuti dal cancelliere, anche un costoso oggetto d’oro, regalato durante una cena svoltasi nella sua abitazione. Il regalo in oro, ovviamente, comportava dei favori in cambio. E’ quanto emerso dall’indagine poi sfociata negli arresti. Come se non bastasse, dall’inchiesta gli investigatori hanno anche rilevato l’uso sistematico di marche da bollo contraffatte. Quest’ultime sarebbero state utilizzate da alcuni avvocati indagati per l’iscrizione a ruolo di fascicoli presso gli Uffici del Giudice di Pace di Nola. L’operazione serviva per far passare il tutto inosservato, soprattutto agli occhi dei funzionari del cancelliere. Ma questo vuol dire che gli avvocati indagati sarebbero anche accusati di aver creato atti pubblici falsi. Inoltre, anche il danno economico risulta ingente: gli indagati si appropriavano del valore delle marche da bollo usate. Stando ai calcoli, il danno alle casse dello Stato è pari a circa 40.000 euro.