Migranti, verso l’intesa sui permessi: durata di 6 mesi e più vincoli

Nel vertice di maggioranza della scorsa notte si è raggiunta l’intesa sui permessi che prevede la regolarizzazione dei migranti che lavorano nel settore agricolo: durata di 6 mesi, più vincoli e più controlli.

Migranti, verso l'intesa sui permessi- durata di 6 mesi e più vincoli (Getty) - meteoweek.com
Migranti, verso l’intesa sui permessi- durata di 6 mesi e più vincoli (Getty) – meteoweek.com

Sarebbe stato raggiunto il compromesso durante il vertice di maggioranza della scorsa notte per definire la situazione dei migranti e i permessi da concedere per poter lavorare nel settore agricolo, in forte crisi a causa della mancanza di manodopera. L’intesa sulla regolarizzazione, in discussione da giorni, sfocerà in una norma, in cui saranno compresi i vari criteri per il rilascio del permesso di lavoro. Sarà necessaria un’istanza da parte del datore di lavoro e una da parte del lavoratore migrante, che otterrà un permesso temporaneo della durata di 6 mesi, che potrà essere convertito in permesso di lavoro al momento della sottoscrizione del contratto. Sono previsti, però, anche diversi vincoli e verifiche più rigorose, tra le quali il dovere di dimostrare di aver già svolto in passato attività di lavoro nel settore agricolo.

Per completezza, i canali previsti per la regolarizzazione sono due: il primo prevede la regolarizzazione di un rapporto di lavoro preesistente, anche se sommerso, su istanza del datore di lavoro e del lavoratore irregolare; la seconda prevede un permesso temporaneo di soggiorno, ma solo per coloro che ne avevano già uno scaduto nell’ottobre 2019. Quindi non sarebbe stata accolta la mozione del ministro Bellanova, che chiedeva di regolarizzare i migranti senza permesso, fermi in Italia a causa dell’epidemia di Coronavirus. Per tutti i migranti irregolari non ci sarà la possibilità di avere un permesso e perciò di trovare un lavoro e farsi assumere.

Dopo le resistenze del capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, alla fine si è raggiunta un’intesa, ma i dubbi restano molto forti, perché i vincoli previsti rischiano di far diminuire in maniera sostanziosa il numero di coloro che potranno richiedere e accedere a un permesso di soggiorno per fini lavorativi. All’interno della norma sulla regolarizzazione dovrebbe esserci spazio non solo per i lavoratori del settore agricolo, ma anche per colf e badanti.

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