Fase 2: a Bolzano riaprono bar, ristoranti e parrucchieri

Fase 2, scatto in avanti: a Bolzano riaprono oggi parrucchieri e ristoranti, in anticipo rispetto alle direttive nazionali. Nei saloni orario prolungato per smaltire liste d’attesa.

fase 2 bolzano
(Foto di Andreas Solaro, da Getty Images)

La fase 2 sembra procedere in velocità in Alto Adige: già da questa mattina a Bolzano sono aperti parrucchieri, bar e ristoranti. La riapertura è consentita in armonia con la legge provinciale approvata la scorsa settimana. Per garantirla, però, è stata necessaria una riorganizzazione globale, a partire dagli orari di lavoro. Ad esempio, per i saloni è stato previsto un orario prolungato che va dalle 7 alle 21. Lo scopo è di smaltire le lunghe liste di attesa che si sono formate alla notizia della riapertura. Sempre per i parrucchieri, una direttiva provinciale ha disposto l’uso di mascherine Ffp2 per i parrucchieri. I clienti possono invece utilizzare una mascherina qualsiasi. Nuove linee guida anche per ristoranti e bar, che riaprono il servizio ai tavoli dopo un periodo di solo asporto. La distanza minima prevista tra un tavolo e l’altro è di due metri. E poi, ovviamente, l’obbligo della mascherina. La riapertura riguarda anche i musei, che tuttavia riapriranno da domani, visto che il lunedì è il loro tradizionale giorno di chiusura.

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Una ripartenza anticipata che è stata possibile attraverso l’approvazione di una legge risalente all’8 maggio. La legge è stata approvata nel consiglio provinciale di Bolzano con 28 sì, 6 astensioni e un voto contrario e prevede “la ripresa graduale delle libertà di movimento delle cittadine e dei cittadini, delle attività economiche e delle relazioni sociali”. Il presidente Arno Kompatscher aveva commentato: “La Provincia vuole affrontare questa Fase 2 all’insegna dell’applicazione della nostra autonomia. Al centro mettiamo la sicurezza e il senso di comunità. Questa Fase 2 e la ripartenza possono avere luogo solo se tutti si attengono alle regole. Confidiamo pertanto nell’autodisciplina e nel senso di responsabilità dei cittadini”. La legge prevedeva dunque la ripresa delle attività economiche attraverso la riapertura di attività commerciali, produttive e industriali. Nella nota si legge che dall’11 maggio, nel rispetto delle norme di sicurezza, è predisposta la riapertura di “attività inerenti servizi alla persona, fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti” ed anche i servizi di ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. E così è stato. E’ prevista dal 18 maggio, invece, la riapertura di servizi per l’infanzia. Dal 25 maggio ripartiranno le strutture ricettive presenti sul territorio provinciale.

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(Foto di Alberto Pizzoli, da Getty Images)

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Ma il testo prevede anche circa 50 pagine di protocolli per ribadire le necessarie misure di prevenzione del contagio all’interno delle attività. Divieto di assembramento, osservanza della distanza di due metri e un adeguamento del rapporto tra superficie e persone. Il distanziamento deve essere sempre garantito. Restano chiuse, invece, scuole e università. E continua anche il fermo delle attività sportive. Per gli spostamenti interregionali, inoltre, restano valide le norme governative: le riaperture riguardano solo gli ambiti di competenza della provincia autonoma di Bolzano.

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Intanto, per tutte le altre regioni, continua il braccio di ferro tra enti locali e Governo. A premere per una riapertura anticipata sono soprattutto Liguria e Friuli Venezia-Giulia. Il governatore del Veneto Luca Zaia si è detto “pronto a far ripartire tutto anche prima del 18 maggio”. Ma il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia frena: oggi 11 maggio inizia l’analisi dei dati epidemiologici, in base a quelli si deciderà su riaperture differenziate su base regionale. Riaperture che, comunque, avranno luogo solo dal 18 maggio in poi. Invece, a proposito della riapertura di Bolzano Boccia afferma: “Prendo atto che la Provincia nella sua legge si adeguerà alle linee guida nazionali ed è un segnale di grande responsabilità”, tuttavia il governo “non può fare altro che impugnare il provvedimento, limitatamente alle parti in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro”.

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