Il direttore dello Spallanzani Vaia: “Regole buon senso restino per sempre”

Il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, è stato intervistato dal giornalista Paolo Notari per Tpi. Nel corso del colloquio ha ripercorso le tappe della sua carriera fino all’emergenza coronavirus

Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma

Il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, è intervenuto per Tpi facendo il punto della situazione sul coronavirus, passando per la carriera e tutte quelle accortezze che dovranno rimanere in futuro. L’esperienza covid, nel suo insieme, dovrà ribaltare alcune abitudini o pensieri degli italiani. “Io sono direttore dal primo gennaio 2020, qualche giorno prima che accadesse tutto. Ero direttore generale a Napoli, dirigevo una grande azienda che inglobava tre grandi ospedali: uno psichiatrico, uno che curava malattie respiratorie (il Monaldi) e il Cotugno (ospedale di malattie infettive). Lì ho avuto la fortuna di conoscere un altro grande infettivologo, Albert Bruce Sabin, il padre del vaccino contro la poliomielite”.

“Adesso mi trovo qui a gestire un altro grande ospedale. Eravamo da 155 posti letti, li abbiamo triplicati. Qualche mese fa è partita questa grossa emergenza che ha provato tutti. Il numero più importante che io cito con orgoglio è che abbiamo 0 infetti nel personale d’assistenza. La ricetta migliore per il futuro? Partiamo da un presupposto: le regole di buon senso. Non servono soltanto per il Coronavirus, ma per sempre. Si riparta da qui, con responsabilità”.

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La delegazione cinese nella tappa precedente: lo Spallanzani a Roma (Foto di Andreas Solaro, da Getty Images)

“Miglioriamo le nostre abitudini sull’igiene”

“Diciamocelo chiaramente: siamo stati un popolo di ‘sporcaccioni’ da un certo punto di vista. Ma anche negli ospedali alcune abitudini erano sbagliate – aggiunge Vaia – ecco perchè questa emergenza può fungere da strada preziosa per il futuro. Dobbiamo fare meglio di così, nelle strutture così come a casa. Quando si parla di regole di buon senso o di igiene, non possiamo limitarci ad una singola fase. Dobbiamo fare nostri questi accorgimenti e farli entrare nelle nostre abitudini”.

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Infine, una frecciata ai tanti virologi e medici che hanno strizzato l’occhio ai media. “No, per quanto mi riguarda sono rimasto lontano da queste cose. Indosso il mio camice – conclude – limitandomi all’informazione e al mio lavoro fatto con le competenze che ognuno di noi ha. Questa spettacolarizzazione, ricorrendo alle presenze ai talk show non mi è mai interessata”.

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