Il 44,7% delle famiglie ha ridotto in maniera drastica l’acquisto di beni alimentari durante il lockdown da Coronavirus. I dati sono stati raccolti in un sondaggio condotto da Save The Children.
Una indagine condotta da Save The Children mostra un altro lato negativo, portato dal Coronavirus su scala mondiale. E questo aspetto riguarda l’acquisto di beni alimentari, in termini spiccioli la possibilità di andare a fare la spesa. Proprio quello che è stato uno dei rari motivi per poter uscire di casa durante il lockdown da Coronavirus, è stato condizionato in maniera importante sul piano economico. E così, dai risultati che sono emersi da questa indagine, si scopre che una famiglia su due ha avuto delle serie difficoltà, trovandosi dunque costretta a ridimensionare il proprio potere di acquisto.
Così emerge che il 44,7% delle famiglie intervistate, che hanno nel proprio nucleo familiare bambini tra gli 8 e i 17 anni, ha dovuto ridurre le proprie spese alimentari. Sono dunque molto concrete le conseguenze economiche del Coronavirus sulla vita quotidiana delle famiglie. Tra le altre cose, gli alimenti che sono stati acquistati in maniera meno sensibile ci sono quelli basilari. Il 41,3% delle famiglie intervistate, infatti, ha dovuto ridurre in maniera drastica l’acquisto e il consumo di carne e soprattutto pesce. Quest’ultimo aspetto è legato in particolare alla difficoltà di reperire pesce in buona quantità, con tanto di inevitabile aumento dei prezzi.
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Stando al rapporto stilato da Save The Children a corredo dei dati raccolti durante l’indagine, emerge un altro elemento allarmante. Prima del lockdown, infatti, il 41,3% delle famiglie coinvolte da questa indagine riusciva a procurarsi buona parte del fabbisogno giornaliero grazie ai servizi di mensa scolastica per i propri figli. Quasi la totalità di questa percentuale, ovvero il 40,3%, ha visto interrompere questo servizio, complicando e non poco la possibilità di cibarsi con regolarità. Anche perchè quest’ultima percentuale era esente, in maniera totale o parziale, dal pagamento del servizio mensa.
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Inoltre, il 32,7% delle famiglie intervistate ha dovuto rimandare il pagamento delle bollette, mentre una famiglia su quattro ha dovuto richiedere la sospensione del mutuo o dell’affitto. Il 21,5% delle famiglie intervistate non aveva i soldi necessari per acquistare farmaci di prima necessità, oppure ha dovuto rinunciare a cure mediche necessarie, proprio per mancanza di soldi. Una famiglia su cinque si è ritrovata costretta a richiedere un prestito a familiari o amici, mentre una famiglia su sei ha dovuto contare su aiuti alimentari, come il Banco Alimentare istituito in diverse città italiane.
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