Coronavirus e Fase 2: da lunedì 18 maggio partiranno le chiamate a 190mila cittadini italiani per sottoporsi al test sierologico. Le operazioni saranno gestite dalla Croce Rossa Italiana, con ben 550 operatori impegnati nell’indagine.
Secondo quanto si apprende, è da lunedì 18 maggio che partiranno le chiamate dirette a 190mila cittadini per sottoporsi ai test della già avviata indagine sierologica in merito alla diffusione del Covid-19 nel nostro Paese. Per far fronte a questo nuovo importante passo della Fase 2, saranno impegnati 550 tra volontari e operatori su base regionale, e verrà istituita una struttura di supporto di carattere nazionale.
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Test sierologico sul Coronavirus, chiamati 190mila cittadini
Da lunedì prossimo partiranno dunque le chiamate dei volontari e degli operatori della Croce Rossa (Cri) per selezionare il campione di 150mila cittadini per i test della indagine sierologica sul nuovo coronavirus. La Croce Rossa ha annunciato che verranno effettuate circa 190mila chiamate in tutta Italia per arrivare a garantire il campione fissato di 150mila.
La titolarità dell’indagine sierologica in merito alla diffusione del Covid-19 è del ministero della Salute e dell’Istat, che in una recente nota ha sottolineato l’estrema importanza della partecipazione dei cittadini. “È fondamentale che le persone, inserite nel campione casuale, diano il loro contributo. Partecipare non è obbligatorio ma è un bene per se stessi e per l’intera comunità”, riporta infatti il sito ufficiale.
Sempre secondo quanto spiegato dalla nota, “l’obiettivo dell’indagine è capire quante persone hanno sviluppato gli anticorpi al Coronavirus, anche in assenza di sintomi”. Attraverso l’indagine sarà dunque possibile ottenere tutta una serie di “informazioni necessarie per stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali il sesso, l’età, la regione di appartenenza, l’attività economica”.
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“Le informazioni raccolte saranno essenziali per indirizzare politiche a livello nazionale o regionale e per modulare le misure di contenimento del contagio”, spiega l’Istat, e tutti i risultati ottenuti dall’indagine, che si ricorda saranno diffusi in forma anonima e aggregata, “potranno essere utilizzati per successivi studi e per l’analisi comparata con altri Paesi europei“.
Croce Rossa Italiana, Regioni e medici di base saranno perciò mobilitati per assicurare la corretta procedura di gestione dei prelievi e di contatto con i cittadini, ma come si legge in calce alla nota è bene sottolineare che “per ottenere risultati più precisi“, è fondamentale che le persone “diano il loro contributo“, per il “bene di se stessi” e per quello “della comunità”.