Mes, Delrio (Pd): il fondo va usato, il M5s non si senta sconfitto

Delrio (Pd) parla chiaramente a proposito del Mes senza condizionalità approvato dall’Eurogruppo: “Anche io ero contrario all’uso del Mes in stile Grecia. Ma se le condizionalità non ci sono, se c’è uno strumento nuovo, prendiamone atto e usiamolo”. Poi al M5s: “Nessuno si senta sconfitto da questa scelta”.

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(Foto di Filippo Monteforte, da Getty Images)

Nella giornata di ieri l’Eurogruppo ha annunciato il raggiungimento dell’accordo su un Mes senza condizionalità. Tuttavia, la notizia in Italia ha fatto emergere in maniera evidente spaccature interne al Governo che da tempo erano visibili: il M5s si oppone, il Pd vuole aderire al fondo. L’intesa sul Mes raggiunta dall’Eurogruppo permetterebbe di finanziare le spese sanitarie dirette e indirette necessarie nella lotta contro il coronavirus. La maturità dei prestiti arriverebbe fino a 10 anni e il tasso d’interesse sarebbe agevolato, poco sopra lo 0,1% annuo. Ma il punto di forza è: non ci saranno  condizionalità sulla linea di credito. Tutti i Paesi che la richiederanno, infatti, potranno sfruttare la linea di credito fino al 2% del Pil interno. Di fronte a questo accordo, il Governo si è spaccato in due. Oggi Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera, ha ribadito in un’intervista a La Stampa: “Anche io ero contrario all’uso del Mes in stile Grecia. Ma se le condizionalità non ci sono, se c’è uno strumento nuovo, prendiamone atto e usiamolo“. Dopo aver definito chiaramente la posizione del Pd sul Mes, Delrio ha commentato quella del M5s: “Da parte del M5S c’è stata molta prudenza, ma nel momento in cui il no alle condizionalità sarà nero su bianco sarà difficile non usare quelle risorse“. Delrio comunque resta ottimista, e crede che sarà possibile trovare un accordo interno al Governo sul Mes. Un accordo che equivarrebbe alla sua adozione: “Sul Mes ragioneremo con calma da buoni alleati, ma credo che prevarrà l’idea di usarlo. Se c’è uno strumento nuovo dobbiamo prenderne atto: nessuno si senta sconfitto da questa scelta. Quei circa 37 miliardi sono più di un quarto del bilancio della sanità”.

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Dall’altro lato, però, i pentastellati insistono: il Mes non è una misura adeguata al rilancio dell’Italia. Il gettito proveniente dalla linea di credito è considerato troppo esiguo rispetto alle reali esigenze del Paese. Per questo è necessario trovare un altro strumento. In questo senso, il M5s si allinea perfettamente con quanto proclamato più volte da Lega e Fratelli d’Italia. Molto più prudente, invece, Forza Italia. In una nota diffusa dal Movimento 5 stelle si prospetta addirittura un accusa: il fondo sarebbe utilizzato per scavalcare il Movimento. “Annunciare che l’Italia userà il Mes è una fuga in avanti che non condividiamo”, si legge nella nota. Di Maio, infatti, cerca di riaprire gli orizzonti verso il tanto atteso Recovery Fund: “Si parla di circa 30 miliardi del Mes per l’Italia, ma noi stiamo lavorando su un accordo per il recovery fund che vale tra i 1.500 e 2.000 miliardi. Se ci sarà un poderoso recovery fund, non ci sarà bisogno di nessun altro strumento”.

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(Foto di Alberto Pizzoli, da Getty Images)

Molte sono le questioni annose che il Governo sarà costretto a gestire, il Mes è solo una di queste. Anche sugli altri punti Delrio ha detto la sua. Primo tra tutti: i ritardi della cassa integrazione. Delrio ammette le mancanze, ma ribadisce: bisogna tenere presente che si tratta di una situazione di emergenza. “Ci sono state alcune lentezze di cui bisogna scusarsi coi cittadini, ma ci troviamo in una situazione inedita: pagare 14 miliardi di Cassa integrazione è giusto, ma non tutti i meccanismi erano pronti”. Ancora: “Adesso è necessario per tutti cambiare velocità e dare risposte in tempi più rapidi: lo Stato, naturalmente, ma anche Regioni, l’Inps e le banche, che ancora pongono troppi problemi per i prestiti”.

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Altra questione: la regolarizzazione dei migranti. La proposta della ministra dell’Agricoltura Bellanova è stata accolta in maniera controversa dalle diverse forze di Governo. Da un lato Pd, Italia Viva e Leu sono a favore della regolarizzazione. Il ministro per il Mezzogiorno Peppe Provenzano (Pd) ha detto chiaramente: “La regolarizzazione e l’emersione del lavoro nero non solo risponde ad un’esigenza di giustizia, ma è anche un incentivo a fare ulteriori passi di modernizzazione al settore agricolo”. Dall’altro lato l’opposizione di centrodestra e, di nuovo, una parte del Movimento 5 Stelle. Sul tema si era già  espresso il capo politico Vito Crimi: “Noi diciamo no alla regolarizzazione degli irregolari: se il nostro obiettivo è sostenere l’agricoltura allora dobbiamo lavorare a misure per garantire il mercato ma la soluzione non è la regolarizzazione”. Delrio torna sul tema controverso e rassicura: “Siamo vicini alla soluzione. Si tratta di fare emergere il lavoro nero e dare dignità a persone che ora non ce l’hanno”.

Visto il grande numero di nodi da sciogliere e le numerose faglie apertesi nel Governo, Delrio passa poi a rassicurare sulla solidità dell’Esecutivo: non si tratta di giochi di potere, ma di leciti confronti. “E’ folle e illogico pensare a giochi di Palazzo”. Sulla possibilità che Iv si tiri fuori, Delrio commenta: “Non ho la sfera di cristallo, ma credo che la stabilità della maggioranza, e quindi del Governo, sia un valore in questo momento particolarmente importante”.

 

 

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