Milano, multati ristoratori in piazza: Salvini accusa Sala, ma comune c’entra poco

Milano, mercoledì 6 maggio: ha avuto luogo una manifestazione in piazza da parte di una cinquantina di ristoratori contro le misure varate dal Governo. Alcuni ristoratori, però, sono stati multati. Per Salvini la colpa è anche del comune di Milano, guidato da centrosinistra. Ma la Questura fa sapere: “Era un intervento inevitabile”.

milano ristoratori multati
(Foto di Piero Cruciatti, da Getty Images)

Davanti all’Arco della Pace, a Milano, mercoledì 6 maggio ha avuto luogo una manifestazione di ristoratori, scesi in piazza per protestare contro le misure adottate dal Governo. In piazza commercianti, ristoratori e gestori di bar che avevano portato con sé sedie vuote. I manifestanti, come ha affermato uno dei promotori della protesta, erano “oltre una cinquantina“.

A spiegare la motivazione della protesta è stato Alfredo Zini, portavoce della manifestazione: “Abbiamo incassi ridotti del 70% e rischiamo di non riaprire più. Non basta dire che alla riapertura dovremo usare il plexiglas per dividere i tavoli, vogliamo regole chiare perché viviamo di convivialità”. La situazione si è complicata verso la fine della manifestazione, quando i manifestanti sono stati multati. La multa è arrivata perché “costituivano assieme ad altre persone un assembramento“. Il costo della sanzione è alto: circa 20 manifestanti saranno costretti a pagare 400 euro.

Scontro Salvini-Sala

milano ristoratori multati
(Foto di Piero Cruciatti, da Getty Images)

A quel punto è scoppiato il caso. Da destra è arrivata la critica sull’applicazione delle multe. Il leader della Lega Matteo Salvini si è scagliato contro il comune di Milano e il sindaco Sala: “Non ho parole! Imprenditori e commercianti in piazza a Milano, con mascherine, distanza ed educazione. Risposta dello Stato? 400 euro di multa… Gli italiani chiedono aiuti e supporto, non multe e burocrazia. Non è gente che chiede di andare ad un concerto o alla partita, è gente che mette una seggiolino in piazza chiedendo, rispettando l’onere di sicurezza, di tornare a lavorare e la risposta del comune e dello Stato è una multa. Così non si ricostruisce nulla, bisogna dare fiducia agli italiani”. Arriva quindi l’accusa di Salvini, che punta il dito non solo contro lo Stato, ma anche contro le direttive del sindaco di Milano Sala.

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A quel punto è arrivata la risposta immediata del sindaco di Milano, che a sua volta ha attaccato le esternazioni di Salvini su Facebook: “Riecco il campione delle fake news. Non ci mancava. Matteo Salvini, campione delle fake news in campagna elettorale permanente, accusa il comune di Milano di aver multato i ristoratori che stavano protestando in piazza. Salvini mente sapendo di mentire. Il comune e la polizia locale non c’entrano nulla“. Il Sindaco Sala si scansa da ogni responsabilità delle multe, ribadendo che non si è trattato di un intervento comunale. “Al netto di queste strumentalizzazioni, che danno la misura di come la Lega intenda la politica, io sono ben conscio del problema di questi commercianti e senza slogan o proclami. Ho chiamato il prefetto e chiesto di ricevere il prima possibile una loro delegazione”.

Multe ai ristoratori, la Questura ribadisce: “Intervento inevitabile”

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(Foto di Piero Cruciatti, da Getty Images)

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I ristoratori hanno poi incontrato il questore Sergio Bracco. Secondo quanto si è appreso l’incontro è stato cordiale. In base a quanto riportato dal Giornale, gli organizzatori della manifestazione avrebbero poi ammesso che, verso la fine della protesta, il distanziamento sociale potrebbe effettivamente essersi allentato. Tuttavia, fa sapere Alfredo Zini: “Impugneremo le multe. Ovvio che molto dipenderà anche da quello che ci sarà scritto nelle relazioni della Polizia, sui verbali, speriamo nella massima comprensione del prefetto”.

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Al netto di tutta la vicenda, la speranza è che non cada nel vuoto il loro appello: “Molti bar e ristoranti a Milano sono ripartiti con il delivery o l’asporto ma sono soprattutto imprese familiari che non hanno dipendenti da pagare. Con quei ricavi non si può fare stare in piedi un’azienda e con un cliente alla volta. Così possiamo pagare qualche utenza mensile o qualcuno ci paga la cassa integrazione ai dipendenti, visto che ancora non è arrivata”.

 

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