Il leader di Italia Viva è comunque soddisfatto dopo l’ultimo incontro con il premier Conte. E sul caso Bonafede, Matteo Renzi: “Ha fatto dimettere Basentini, ma era meglio non nominarlo proprio”.
Matteo Renzi torna a rivendicare la sua presunta visione ottimistica sulla ripartenza dell’Italia dopo l’emergenza Coronavirus. Il leader di Italia Viva ne ha parlato durante la trasmissione “Dritto e Rovescio”, andata in onda ieri sera su Rete 4. Secondo l’ex premier, infatti, si poteva ripartire tranquillamente un mese prima rispetto alla fatidica data del 4 maggio. “Sono stato il primo a dire riapriamo – ha detto Matteo Renzi – . Se hai mascherine, gel e tutto in regola allora apri. L’ho detto il 27 marzo, sono stato il primo”. Dunque il politico toscano denuncia di non essere stato ascoltato.
“Non bisogna dimenticare i morti e il disastro, ma se non muore di coronavirus un pezzo di Italia rischia di morire di fame”, incalza Matteo Renzi. Secondo l’ex segretario del Partito Democratico, “ormai la frittata è fatta, ora cerchiamo di dare tutti una mano”. Un tema, quello della riapertura tardiva dei settori produttivi e di altre attività – come ad esempio la ristorazione – che continua a essere caldo sul fronte politico nazionale. Tanto che continua la pressione da parte dei governatori delle regioni sullo scaglionamento della riapertura, nei singoli territori locali, in base alla diffusione del virus.
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In ogni caso, Matteo Renzi ha espresso ottimismo in merito all’ultimo incontro con Giuseppe Conte. Il presidente del consiglio ha radunato i leader delle diverse forze politiche per ascoltarne le proposte in tema di rilancio economico. “Oggi sono contento – dichiara il capo di Iv – , il premier ha detto: siamo pronti ad ascoltare la proposta di Iv. Speriamo che la proposta smetta di essere una proposta, basta portarla in cdm e votarla. Renzi ci ha tenuto a precisare che questa “non è la soluzione, 100 miliardi per i cantieri non risolvono, ma creano possibilità di mettere in circolo denaro”.
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Secondo Matteo Renzi, c’è da accelerare proprio nella ripartenza della produttività del Paese. L’ex premier infatti sostiene che “la priorità sono le questioni che interessano il Paese, i posti di lavoro”. Il parere di Renzi in tal senso è che “in autunno si rischia una disoccupazione al 15%, che sarebbe una carneficina”. Per questo motivo, l’ex leader piddino ritiene necessario far ripartire al più presto quanti più settori della produttività italiana, considerando anche le stime fatte da Istat sull’occupazione.
E poi c’è la questione legata alla giustizia, con il ministro Bonafede nell’occhio del ciclone. Il guardasigilli ha cercato di rimediare, inducendo alle dimissioni l’ex direttore del Dap Basentini. Tuttavia, secondo Matteo Renzi “era meglio se non lo nominava proprio, visto i risultati”. L’ex premier attende ora di capire “cosa succederà in Parlamento se ci sarà una mozione di sfiducia”.