Coronavirus e Giochi di Wuhan, minacce a Benassi: per USA e Cina è lei l’untrice

Il drammatico bilancio provocato dalla pandemia di coronavirus ha messo in subbuglio i complottisti del web, che hanno cominciato a diffondere teorie sui Giochi di Wuhan e la soldatessa Benassi. Nel frattempo, però, appaiono nuove testimonianze di atleti che hanno partecipato alle gare.

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Maatje Benassi, foto via CNN Business

Continuano a sollevarsi polveroni di ipotesi e teorie (molte delle quali senz’altro complottiste) in merito ai Giochi Militari di Wuhan, ultimamente al centro di quella che parrebbe essere la presunta prima e conclamata origine del contagio da coronavirus in Cina. Del resto, la sede dei Giochi è stata proprio la stessa metropoli cinese della provincia di Hubei, diventata presto focolaio del virus e fulcro di diffusione mondiale del Covid-19.

Ciò su cui si sta molto vociferando è il giallo che coinvolge gli atleti in gara, e in particolar modo la soldatessa americana Maatje Benassi: ciclista che viene ora vista come un’untrice sia dai suoi stessi connazionali, che dalla popolazione cinese. Quello che è emerso di recente, infatti, è un quadro opaco e poco chiaro, e per il quale i militari che hanno preso parte ai Giochi di Wuhan si sarebbero sentiti male riscontrando sintomi simili al Covid-19. Dei problemi di salute, i loro, pervenuti poco tempo dopo aver fatto ritorno a casa o addirittura durante la loro permanenza in città; in un periodo che, secondo alcuni, coinciderebbe con l’inizio della diffusione del virus in Cina.

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Il giallo dei Giochi di Wuhan, minacce di morte per Maatje Benassi

La settima edizione dei Giochi Mondiali Militari si è svolta dal 18 al 27 ottobre scorsi a Wuhan, e ha vantato la presenza di 10 mila atleti provenienti da 110 nazioni diverse. I militari che hanno preso parte ai giochi si sono misurati in 28 discipline sportive, ma pare che molti di loro abbiano avuto problemi di salute prima, durante e dopo le gare. Le testimonianze a riguardo stanno emergendo solo di recente, ma ad avvalorare l’ipotesi del possibile contagio da coronavirus è il fatto che proprio poche settimane dopo la fine dei giochi, il Covid-19 abbia cominciato a diffondersi seriamente non soltanto in Cina, ma anche in tutto il pianeta.

La paura, dunque, che è gli atleti possano essersi ammalati a Wuhan, e data la mancanza di misure di prevenzione del contagio al loro ritorno in patria – perché ancora si sapeva poco o nulla in merito alla problematica – questi possano aver diffuso il virus nei loro rispettivi paesi. Tra questi, uno degli atleti finiti maggiormente sotto i riflettori è la soldatessa americana Maatje Benassi, ciclista di 52 anni. La donna viene considerata dai media statunitensi come il “paziente zero“, colei che si sarebbe macchiata della colpa di aver esportato il Covid-19 nel Nuovo Continente.

D’altra parte, anche in Cina la donna non è vista di buon occhio. Secondo le ultime teorie complottiste supportate dal filone orientale, pare che i cinesi si dicano sicuri che il virus sia stato prodotto in un laboratorio americano, e che l’alteta l’abbia dunque esportato a Wuhan per scopi non ancora del tutto definiti.

Negli ultimi mesi, risulta evidente come la vita della donna sia cambiata radicalmente. Travolta da continui cicloni di fake news e accuse infondate, Benassi è stata costretta a cambiare casa, a lasciare Fort Belvoir, la caserma militare della Virginia dove viveva insieme alla sua famiglia. Questo, per nascondersi in un luogo più sicuro insieme al marito Matt, ufficiale dell’aeronautica, e ai due figli, esausti dalle minacce arrivate da tutta America e “sopraffatti da quelle fake news che nemmeno gli avvocati riescono più a fermare”.

La donna è finita nel mirino delle accuse da social per via di una caduta avvenuta mentre era in gara. Una caduta che è stata interpretata dai “bufalari” statunitensi (e in particolar modo dal ben noto George Webb) come simbolo evidente che la donna in quel momento fosse già affetta da Covid-19. Un cedimento, il suo, dovuto quindi a “difficoltà respiratorie” provocate dall’infezione del virus, che tra l’altro si dice abbia colpito anche tutta la squadra americana.

Maatje Benassi - coronavirus
foto via CNN Business

Nuove testimonianze di atleti malati ai Giochi di Wuhan

A seguito del diffondersi di queste teorie, però, sono spuntate alcune testimonianze di diversi alteti che hanno partecipato ai Giochi di Wuhan. Tra questi i due francesi Elodie Clouvel e Valentin Belaud, campioni di pentathlon e compagni di vita. Secondo quanto viene riportato dai media locali, i due avrebbero sofferto di gravi problemi respiratori: Clouvel ha raccontato di essere stata “malissimo”, mentre Belaud pare abbia perso “diversi giorni di allenamento” per via della debilitazione. “All’epoca nessuno parlava di coronavirus. Solo poco tempo fa un medico militare ci ha detto che avevamo i sintomi tipici“, racconta la donna, ma il ministero della Difesa smentisce quando dichiarato: “A noi non risulta”.

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Anche nel nostro Paese, però, è saltata fuori una tesi simile. La testimonianza viene direttamente da Matteo Tagliariol, campione di scherma, che ha raccontato di aver avuto febbre molto alta e problemi respiratori dopo il ritorno dalla metropoli di Wuhan. Ma, come è del resto avvenuto per Maatje Benassi e i due atleti francesi, nemmeno Tagliariol è stato testato per verificare l’eventuale infezione. E nemmeno gli atleti svedesi, che avrebbero anch’essi manifestato gravi problemi respiratori dopo la permanenza nella metropoli.

Nessuna prova concreta allora, è in grado di confermare quanto e se il coronavirus fosse già attivo durante le gare militari incriminate, e nemmeno se abbia eventualmente circolato per più di 100 paesi a seguito del ritorno in patria degli atleti. Tutto è lasciato alle speculazioni complottiste dei social, che nel frattempo hanno rovinato la vita della soldatessa Benassi.

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