Non ci sarà un nuovo slittamento sulla data del processo di Rigopiano: a confermarlo è il ministro Bonafede, in una lettera inviata anche all’avvocato che rappresenta le famiglie delle vittime e un superstite della tragedia.
Dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, arrivano nuove rassicurazioni in merito allo svolgimento del processo legato al disastro avvenuto all’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). L’appuntamento in tribunale sarebbe infatti previsto per il prossimo 10 luglio, ma il timore levatosi in quest’ultimo periodo riguardava l’impossibilità di svolgimento per via della situazione d’emergenza coronavirus. Oggi si apprende però che il ministro ha risposto al legale delle vittime rimaste coinvolte nella tragedia, e ha fornito loro tutte le garanzie del caso.
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La lettera di Bonafede: consentito svolgimento processo di Rigopiano
“Sarà posto in essere quanto necessario per consentire il corretto svolgimento delle attività processuali“. Queste sono le parole che si leggono nella lettera scritta dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. La missiva è stata poi inviata, tramite il proprio capo di Gabinetto, al presidente del tribunale di Pescara e all’avvocato Romolo Reboa, il legale che si occupa di assistere un superstite della tragedia e i familiari di alcune delle 29 vittime, rimaste seppellite dalla neve e dalle macerie dell’Hotel Rigopiano.
A rendere nota tale comunicazione è lo stesso avvocato Reboa, che già in una precedente missiva (mandata in seguito al precedente rinvio dovuto all’emergenza sanitaria) aveva chiesto alle autorità competenti di adottare tutte le varie misure di sicurezza anti contagio, atte comunque a garantire la celebrazione della prossima udienza preliminare del processo.
“La lettera del ministro Bonafede è la dimostrazione che, se vi è la volontà politica, in Italia è possibile muovere qualcosa“, esordisce Reboa mentre commenta la decisione del ministro per i giornalisti. “Ora attendo di conoscere la posizione del sindaco di Pescara, dato che, se il presidente Bozza riterrà che non è possibile risolvere il problema allestendo l’aula magna ‘Emilio Alessandrini’, credo che gli spazi comunali siano la soluzione a basso costo più adeguata”, ha poi proseguito il legale, rimasto comunque soddisfatto di quanto pervenuto e contenuto nella lettera di Bonafede.
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Del resto, nella sua precedente lettera aveva già sottolineato l’importanza e l’urgenza di non rimandare quel processo, ma di adattarsi alla situazione che la pandemia ora richiede: “L’esperienza dei grandi processi insegna che, quando non vi sono spazi adeguati per dimensioni o per esigenze di sicurezza nei tribunali, essi si celebrano in altro luogo (aule bunker nelle carceri, cinema). Se gli spazi vengono concessi da enti pubblici, gli oneri a carico della Pubblica Amministrazione si riducono sensibilmente ed eventuali allestimenti rimangono a suo beneficio”. Il processo è stato dunque confermato in programma per il 10 luglio 2020, in una sede ancora da stabilire.