Una dichiarazione che pesa: Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, si è dichiarato favorevole ad una regolarizzazione dei migranti: “Il loro contributo è rilevante per i conti previdenziali”.
Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico è favorevole a una regolarizzazione dei migranti. Con una dichiarazione che fa discutere, il numero uno previdenza italiana interviene sul tema più caldo di questi giorni: “I numeri parlano chiaro” ha dichiarato Tridico: “il contributo degli immigrati regolari non è irrilevante per i conti previdenziali”. Il presidente dell’Inps ha parlato anche del reddito di emergenza: “Durerà due, massimo tre mesi, ed è destinato a coprire fasce di lavoratori esclusi dal reddito di cittadinanza”. Il tema sulla questione della regolarizzazione dei migranti è delicata: Tridico lo sa, ed infatti ha aggiunto: “Si tratta comunque di scelte che spettano alla politica. Se devo dire la mia, sceglierei la strada della Germania: durante l’ultima crisi siriana ha saputo coniugare le esigenze umanitarie con quelle dell’economia”. Sull’argomento è intervenuto anche il vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani: “Siamo contrari alla regolarizzazione degli immigrati illegali – ha detto – siamo invece per reintrodurre i voucher e per mandare coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza a lavorare in agricoltura, e poi corridoi verdi per cittadini comunitari che hanno già lavorato qui e ora potrebbero rientrare. Una sanatoria non va bene”.
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Anche il Movimento 5 Stelle non è d’accordo con la sanatoria: sul tema si è espresso il capo politico Vito Crimi: “Noi diciamo no alla regolarizzazione degli irregolari: se il nostro obiettivo è sostenere l’agricoltura allora dobbiamo lavorare a misure per garantire il mercato ma la soluzione non è la regolarizzazione, come se in agricoltura lavorassero solo migranti irregolari, un assunto sbagliato. Noi siamo per l’emersione del lavoro nero, quello dei migranti o meno. Su quel fronte siamo tutti insieme, siamo disponibili”. Tornando al presidente dell’Inps Tridico, si registra anche un passaggio sul bonus agli autonomi: “Ad oggi abbiamo pagato 3,7 milioni di assegni, quasi tutti fra il 15 e 20 aprile. Altre 900mila domande erano da parte di persone che non avevano i requisiti o con qualche errore: circa la metà dovrebbero essere accolte. Ne approfitto per invitare alla precisione: nei moduli abbiamo trovato spesso l’indicazione della gestione previdenziale sbagliata. La seconda tranche sarà erogata senza ulteriori richieste. Per la terza occorrerà invece un’autodichiarazione per attestare la riduzione di un terzo del reddito durante l’emergenza oppure la chiusura dell’attività”.