In un clima drammatico come questo, lutto nelle Fiamme gialle: il maresciallo Giovanni Lavalle muore a soli 33 anni stroncato da un male. Lascia sole sua moglie e le tre figlie piccole.
Muore a soltanto 33 anni, Giovanni Lavalle, maresciallo ordinario della Guardia di Finanza. Lascia la moglie, tre figlie piccole e uno straziante dolore che affligge i colleghi e le persone che gli erano più care. L’uomo è morto nella serata di martedì 5 maggio, a causa di un male incurabile.
I funerali si sono svolti nella giornata di oggi, giovedì 7 maggio, a Livorno e in forma privata, così come richiesto per ottemperare alle restrittive misure anti coronavirus. “I colleghi si stringono nel dolore dei familiari tutti e in particolar modo della moglie Antonella e delle figlie, Nicole di 3 anni, Chantal e Melissa, due gemelline di 11 mesi”, riporta la nota di cordoglio firmata dalle Fiamme gialle.
Chi era Giovanni Lavalle, stroncato da un male incurabile
Giovanni Lavalle era nato a Varese il 10 luglio 1986. Si era arruolato nella Guarda di Finanza ad appena 24 anni, frequentando il corso di formazione in materia di polizia economica e finanziaria alla Scuola Ispettori e Sovrintendenti di L’Aquila. Dal 2013 al 2019 aveva prestato servizio presso il Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Parma, diventando un punto di riferimento nella lotta agli sprechi di risorse pubbliche. “Lavalle ha operato in prima linea in importantissime indagini di polizia giudiziaria ed economica, conquistando la stima dei magistrati con cui collaborava e dei colleghi con i quali condivideva l’azione di servizio”, spiegano infatti le Fiamme gialle.
Soltanto agli inizi di questo tragico 2020, era stato trasferito a Livorno, città nella quale aveva vissuto già da bambino, dopo il trasferimento del padre, un sovrintendente ora in congedo della stessa Finanza. Ma pochi mesi dopo, purtroppo, è sopraggiunta la morte per quel male incurabile.
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Commovente e pieno di stima, il messaggio lasciato in suo onore dalla Guardia di Finanza: “Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, oltre che per le qualità professionali lo ricordano per le ‘fiamme gialle cucite sul petto‘ e per le sue doti umane, la generosità d’animo e l’atteggiamento solare e costantemente positivo verso gli altri”. Perché Lavalle era “un uomo generoso, solare e sempre positivo”, ma anche “un investigatore d’eccellenza” e “militare di assoluto valore”.