Coronavirus, virologo Crisanti: Oms? Ha sbagliato tutto lo sbagliabile. E parla anche di casi persone asintomatiche che restano positive anche dopo 2 mesi
Il virologo Andrea Crisanti dice la sua in un’intervista a FanPage sull’operato dell’Organizzazione Mondiale Sanità (Oms) senza troppi giri di parole. Secondo il professore, l’Oms “ha sbagliato tutto lo sbagliabile” nel corso di questa pandemia. Questo perché “si è completamente affidata ai dati forniti dalla Cina che è un Paese in cui la trasparenza non è un valore”. Crisanti sottolinea di voler sapere “che cosa hanno analizzato e ispezionato gli esperti dell’OMS quando sono andati in Cina. Credo che questa sarà una delle questioni alla quale l’OMS sarà chiamata a rispondere”. Il professore si dice “d’accordo con coloro che ipotizzano che la posizione dell’Oms sia stata influenzata da considerazioni geopolitiche più che di sanità pubblica di interesse mondiale“.
Per quanto concerne l’emergenza Coronavirus, Crisanti sostiene che dopo aver osservato attentamente i pazienti infetti in ospedale, vi sono numerosi “casi di persone asintomatiche che rimangono positive per molto tempo, anche due mesi. La scienza non ha ancora una risposta ma possiamo dire che, in genere, gli anticorpi neutralizzanti si trovano in alta concentrazione soltanto nelle persone che hanno avuto una grossa sintomatologia, mentre negli asintomatici questa concentrazione è molto bassa, se non assente“.
Il professor Crisanti è noto per aver salvato il Veneto con la sua intuizione di fare tamponi a tappeto anche agli asintomatici, scelta poi appoggiata dalla Regione, che ha consentito di impedire scenari peggiori. Così si è posto un grosso freno ai contagi. E proprio a questo proposito, il professore ha lanciato una campagna per promuovere tamponi di massa.
“È un appello che comprende sia aspetti di carattere operativo nazionale”, spiega, sia di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della politica affinché si tengano pronti per due fasi fondamentali”. E la prima fase è proprio la “riapertura, in cui le misure di restrizione vengono gradualmente rimosse, che si accompagna a un aumento della trasmissione del virus seppur mitigata dalle condizioni ambientali di clima favorevole che pare abbia un impatto sulla trasmissione”. Il professore parla infine anche della seconda fase, che “ha lo scopo di non farci trovare impreparati ad ottobre e novembre, perché sarà in autunno che avverrà la vera sfida”.
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