Il presidente Conte ha rilasciato un’intervista sulla Fase 2, in cui ha parlato delle misure per ripartire e del senso di responsabilità dei cittadini, anche se prevede che la crisi sarà molto dura.
Il premier Conte ha rilasciato un’intervista al Fatto Quotidiano in cui parla della crisi causata dal Coronavirus, della riapertura e delle misure per far ripartire l’economia italiana e del senso di responsabilità dei cittadini, che fa ben sperare sul controllo dei contagi, anche se si prospettano tempi duri.
Il primo punto trattato durante l’intervista riguarda la sentenza della Corte Costituzionale tedesca riguardante l’acquisto di titoli pubblici da parte della Bce. A riguardo Conte ha dichiarato: “non commento le sentenze della nostra Consulta, figurarsi se entro in quelle degli altri Paesi. Il programma di acquisti era già stato approvato e ritenuto legittimo dalla Corte di Giustizia Europea. Non spetta a nessuna Corte costituzionale decidere cosa può fare la Bce, la cui indipendenza è il fulcro dei trattati europei, quindi riconosciuto anche dalla Germania. Giudico un fuor d’opera che una Corte nazionale, pur costituzionale, chieda alla Bce di giustificare la necessità degli acquisti. Non può interferire in queste iniziative. Ma lo spread è schizzato e rischia di complicare le cose anche per l’Italia. Abbiamo già attivato molte misure e altrettante ne vareremo. Dopo i decreti Liquidità e Cura Italia, ci sarà il decreto Maggio che conto di chiudere entro la settimana e che ammonterà a 55 miliardi“.
Poi Conte ha parlato proprio del prossimo decreto, che sarebbe dovuto essere già pronto ad aprile e che invece è risultato più laborioso del previsto. “C’è una ragione anche tecnica. La commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager sta aggiornando in questi giorni il Temporary Framework, cioè lo strumento con cui si introduce un regime di deroga per gli aiuti alle imprese colpite dall’emergenza. Quindi tutte le misure di sostegno alle imprese a cui abbiamo lavorato dovranno attenersi al nuovo quadro. Ne abbiamo delle anticipazioni, ma fino alla versione definitiva non possiamo essere sicuri di essere conformi“.
E rispetto al Decreto Maggio ha aggiunto: “una misura molto importante sarà quella che consentirà a tutti i cittadini, attraverso il credito di imposta, di ristrutturare gli immobili per adeguarli alla normativa antisismica e per l’efficientamento energetico, a costo zero: gratis. Il meccanismo è stato suggerito dal ministro Fraccaro e avrà forte impatto: ci aspettiamo maggiore occupazione e la decisa ripresa delle costruzioni. E senza ulteriore consumo del suolo. Un’altra norma distribuirà 3 miliardi ai Comuni per sbloccare i lavori di manutenzioni e le opere pubbliche con procedure di gara semplificate. Sempre con Comuni e Province, stiamo lavorando a un piano straordinario per l’edilizia scolastica, approfittando delle scuole chiuse, per avere a settembre aule ristrutturate e sicure per i nostri ragazzi. I ragazzi sono stati un po’ dimenticati dal governo. Stiamo lavorando, sempre con l’Anci egli enti territoriali, al “piano estivo” con le ministre Bonetti, Catalfo e Azzolina. L’obiettivo è offrire ai piccoli la possibilità, in condizioni di massima sicurezza, di iniziative e attività varie, nei centri estivi e negli oratori. Ci avvarremo di strutture concordate con Comuni, parrocchie e associazioni del terzo settore, anche con voucher per famiglie meno abbienti“.
Conte ha parlato anche dell’incontro con le parti sociali, con i sindacati, con gli industriali e con il mondo dello sport, in particolare con la Federcalcio, per stabilire se e come riprendere le attività e i campionati. “Stiamo spiegando a tutti l’impostazione della manovra e anticipando un po’ di misure. Poi proseguiremo con gli industriali. Dobbiamo lavorare e ripartire insieme. Convocheremo anche il mondo dello sport e del calcio, insieme al ministro Spadafora, per fare il punto: raccoglieremo le istanze della Federcalcio e delle altre federazioni per avere un quadro condiviso della ripresa delle attività sportive“, ha dichiarato Conte, che ha poi accennato al campionato di calcio ancora in forse: “non ho ancora messo mano al dossier, ma sentiremo e concorderemo. C’è il ministro, che ha fatto un ottimo lavoro, ma è giusto che tutti gli stakeholders del calcio e dello sport abbiano un confronto col governo ai massimi livelli. Ovviamente tenendo presenti le raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico“.
Il premier ha poi commentato le parole del presidente di Confindustria Bonomi che prevede una esplosione sociale a settembre e ha attaccato il governo per aver distribuito denaro in maniera sconsiderata: “il governo sta lavorando proprio per prevenire e limitare gli effetti negativi dell’emergenza sul piano economico e sociale. Se ci sono buone e concrete proposte ben vengano. Può inviarcene anche Bonomi, purché siano specifiche e concrete, sul sostegno alle imprese. Dobbiamo assicurare alle imprese polmoni finanziari e sostegni. Ma col decreto Liquidità abbiamo creato le premesse per il rifinanziamento e già lunedì sera, col ministro Gualtieri, abbiamo iniziato a chiamare tutti i vertici delle banche per sollecitare massimo impegno nell’erogazione di denaro e per raccogliere segnalazioni di criticità”.
Sull’eccessiva lentezza nell’erogazione dei prestiti, Conte ha aggiunto:”per le somme basse, fino a 25mila euro, la procedura consente maggiore speditezza. Sopra quella soglia alle banche occorre un’istruttoria. Anche se la garanzia dello Stato copre pressoché integralmente il rischio delle somme erogate. E poi c’è un problema più tecnico. Le banche, dovendo comprimere i tempi d’istruttoria e prestare soldi anche a imprese in tensione finanziaria, temono di essere coinvolte un domani nel concorso in reati collegati alla bancarotta. In pratica di aver contribuito a tenere artificiosamente in vita aziende già decotte“. E sullo scudo penale invocato dalle banche ha detto: “lo scudo penale crea fraintendimenti, ma il problema è oggettivo e non può essere trascurato. Il governo lavorerà per trovare una soluzione equa, senza concedere un privilegio al sistema bancario“.
Un altro nodo da sciogliere per il governo riguarda la partecipazione dello Stato al capitale sociale delle imprese. A tal proposito Conte h affermato: “in un sistema economico che funziona, lo Stato deve assumere una veste più dimessa di quella di uno `Stato regolatore’. Ma non escludo, nel contesto che stiamo vivendo, che lo Stato possa assumere, con prudenza e attenzione, un ruolo più attivo. Non penso a un piano di nazionalizzazioni che richiama epoche passate, ma possiamo arricchire il ventaglio dei sostegni alle imprese, in alcuni casi anche attraverso capitale, finanziando direttamente l’impresa per facilitare investimenti produttivi e consentire il consolidamento dell’organismo societario“.
Il presidente Conte ha anche parlato di sanità e dei necessari investimenti che il governo dovrà predisporre: “alcuni miliardi del decreto andranno a rafforzare le strategie sanitarie collegate all’emergenza. Poi predisporremo altri fondi. Lavoreremo per rafforzare la strategia integrata tra ospedali e medicina del territorio, i posti in terapia intensiva e subintensiva, le attività di monitoraggio, contact tracing e tele-assistenza: tutti elementi fondamentali per vincere la sfida al Covid“. Alla domanda su come sarà la situazione dei contagi dopo due settimane dalla riapertura, il premier ha risposto: “non mi lascio mai orientare dalle sensazioni o dalle immagini tv. Ma vedo che il piano ha funzionato, con un’attuazione ordinata del rientro di 4,5 milioni di lavoratori tra fabbriche e uffici. Anche le nuove regole sui trasporti non hanno bloccato gli spostamenti, anch’essi finora molto ordinati. Si conferma il senso di responsabilità dei cittadini, la grande attenzione al rispetto delle regole. E questo mi fa ben sperare sul fatto che la curva dell’epidemia resti sotto controllo. Detto ciò, questo virus è un male invisibile quindi fare previsioni è azzardato, hanno difficoltà pure gli scienziati“.
Infine Conte ha parlato della soglia di contagiosità del virus, detta RO, in presenza della quale è ragionevole permettere la ripresa degli spostamenti tra regioni e ha dichiarato che “non c’è una soglia specifica decisiva. Gli indici che segnalano l’allarme e farebbero scattare una chiusura non sono collegati solo a R0, ma a una ventina di parametri: densità abitativa, test fatti, nuovi contagiati, posti disponibili negli ospedali ecc. Per spostarsi tra regioni bisognerà aspettare. Idem per la riapertura del commercio al dettaglio, prevista per il 18 maggio: non si possono fare previsioni. Non mi aspetto un particolare aumento dei contagi, perché ormai si è diffusa fra i cittadini un’educazione generale alla convivenza col virus. Anche se ci sono settori che non possiamo controllare del tutto, come gli ambiti familiari. Lo stesso il ritorno in fabbrica, nonostante i protocolli rigorosi, potrebbe far risalire la curva. Ma stiamo facendo tutto con grande scrupolo e abbiamo un piano che ci consente, se le cose andassero male, di intervenire in modo mirato, geograficamente circoscritto, e non generalizzato“.
E sulla possibilità delle Regioni di riaprire in anticipo rispetto alle indicazioni fornite dal governo, il presidente Conte ha dichiarato: “ho proposto questo nuovo schema che non deroga al principio di massima precauzione. Ma, siccome ora ci sono soglie definite di allarme, siamo in condizione di studiare un’eventuale anticipazione delle aperture per ulteriori attività con differenziazioni geografiche. In presenza di un protocollo di sicurezza per spazi, ambienti e attività, si potrà decidere di anticipare le aperture di centri estetici, parrucchieri, ma anche di cinema e teatri. Infine il ministro Boccia non esclude le elezioni regionali a luglio-agosto“.
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