I buoni spesa tengono in apprensione i cittadini di Roma. Caos, ritardi e scarsa trasparenza. La gestione del comune finisce nel mirino delle famiglie. Sono in tutto 93.000 le domande accettate, di cui 55.000 quelle già erogate ma di queste solo 27.000 sono già arrivate a destinazione
Un aiuto importante per le famiglie romane doveva arrivare dai buoni spesa, come forma di contrasto immediata all’emergenza coronavirus. In tutto sono stati 22 milioni arrivati dal Governo. Il processo è stato davvero così spedito? Nonostante gli annunci della sindaca Raggi, sembrerebbe di no. Non solo il Comune sarebbe in ritardo sui buoni spesa alle famiglie in difficoltà, ma quelli già arrivati nella disponibilità di chi si è visto la richiesta accettata sono circa la metà. Nella seduta della commissione Politiche Sociali del Campidoglio, il quadro analizzato sembrerebbe diverso rispetto a quanto dichiarato dalla prima cittadina della Capitale. A relazionare sullo stato dell’arte Raffaella Modafferi, dirigente a capo del dipartimento competente, che ha spiegato come i buoni spesa già consegnati ai cittadini sono realmente 27.000, di cui 5.000 sono in giacenza alle poste, sommando tutti i canali di distribuzione (Poste, App e consegne della Polizia Locale).
In tutto le richieste pervenute agli uffici sono state circa 160.000, di cui poco più di 93.000 sono state accettate. Rispetto ai criteri di esclusione però la maggioranza e gli uffici competenti non hanno risposto alle domande poste dai membri della commissione. Alcuni interrogativi irrompono sulla questione. I circa 70.000 esclusi dal buona spesa perché sono stati esclusi? Secondo quali criteri? Migliaia di domande saranno lavorate?
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Cresce il malcontento in città. Le associazioni tuonano
Intanto comitati e associazioni che in questi due mesi di crisi sociale hanno risposte ai bisogni di decine di migliaia di famiglie, protestano a gran voce. Non vedendo arrivare i buoni spesa e trovandosi da soli a rispondere alle tante richieste d’aiuto, cercano di far sentire la propria voce con il passare dei giorni. Tra queste c’è l’associazione Nonna Roma.
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Il coordinatore Alberto Campailla spiega “È passato oltre un mese da quando è stata avviata la procedura per richiedere i buoni spesa e le famiglie non hanno ancora ricevuto nulla. Siamo ad oltre due mesi di lockdown che ha determinato licenziamenti, stop alle attività lavorative e più in generale una riduzione delle entrate per le persone. È inaccettabile – ha aggiunto – che solamente ad un quarto delle richieste accettate sia arrivato questo contributo per la spesa. Questa vicenda mette in luce che solo l’intervento di distribuzione del cibo di associazioni, centri sociali e ong, in collaborazione con alcuni Municipi e con gli assistenti sociali, ha evitato che scoppiasse una rivolta sociale. Urge immediatamente accelerare la procedura di consegna dei buoni spesa. Non si può aspettare, alcuni quartieri sono allo stremo”.