Saviano: “Boss ai domiciliari non siano elemento di propaganda, un carcere senza diritti è un carcere mafioso”.

Lo scrittore torna sulle polemiche scatenate dal centro-destra per la scarcerazione di Pasquale Zagaria. “La richiesta era di trasferire i boss in un’altra struttura, ma senza risposta sono stati portati ai domiciliari”, dice Saviano.

saviano

Continua a far notizia la scarcerazione di alcuni pericolosi boss della criminalità organizzata. Ma se nel caso di Nitto Santapaola non è stata ottenuta, soggetti come Pasquale Zagaria sono riusciti addirittura a essere trasferiti ai domiciliari. Una vicenda ingarbugliata, sulla quale ha voluto dire la sua anche Roberto Saviano. Il noto scrittore, dalla sua residenza americana, è stato raggiunto da Fabio Fazio per la trasmissione “Che tempo che fa”. E Saviano ha voluto dare la sua chiave di lettura, provando a spazzare via le polemiche e ricostruendo il più possibile tutta la vicenda, esplosa in tutto il suo clamore già la scorsa settimana.

Saviano sostiene che questa polemica “va compresa e studiata per evitare che sia solo elemento di propaganda“. E parte dall’inizio, ovvero dal tentativo, da parte dei direttori delle carceri in cui erano (o sono) detenuti questi boss di ottenere un trasferimento per motivi di sicurezza. “Quei boss non dovevano essere messi ai domiciliari ma dovevano essere messi al sicuro, curati“, sostiene lo scrittore, il quale riversa la colpa su chi avrebbe dovuto prendere una decisione. E il riferimento è nei confronti del Dap, che secondo Saviano avrebbe dovuto essere più pronto a stabilire cosa farne di questi boss che necessitano di cure.

Leggi anche -> Coronavirus, Bonafede: forse da 18 maggio riprenderanno colloqui carcere

Leggi anche -> Di Matteo: “offerto l’incarico al DAP, ma poi Bonafede ci ha ripensato”. Il Ministro esterrefatto

Pasquale Zagaria è stato scarcerato quasi dieci giorni fa – meteoweek.com

I magistrati avevano chiesto al Dap di poterli mettere in sicurezza – prosegue lo scrittore – , non hanno avuto risposta e quindi, obbedendo al diritto, questi detenuti sono stati messi ai domiciliari“. Dunque, riassumendo la storia in pochi secondi, Roberto Saviano pone ancora una volta l’accento sulle responsabilità sui vertici del Dipartimento dell’autorità penitenziaria. E ammonisce anche chi si scaglia contro chi cerca di trattare i boss con umanità: “Il sentimento di pancia è chiedersi perché dobbiamo curare queste persone, ma questo è un errore madornale“, dichiara l’autore di ‘Gomorra’, svelando la necessità di avere sempre cura degli esseri umani.

Un carcere senza diritti è un carcere mafioso – prosegue Saviano – . Un carcere dove ogni dinamica umana è preclusa è un carcere dove comandano le organizzazioni criminali. Il diritto è lo strumento principale per combatterle“. Dunque lo scrittore campano si schiera dalla parte di chi non vuol lasciare morire in cella questi boss, dimostrando quell’umanità che i protagonisti di questa storia non hanno avuto. E Saviano sostiene anche che “ogni volta che diciamo che queste persone non meritano nulla, che sono delle bestie, stiamo spingendo altre persone ad affiliarsi”. Anche perchè “se il carcere non ha diritti, diventa un’accademia per criminali“, mentre “da un carcere dove recupera la vita, usciranno persone diverse“.

Gestione cookie