Condannato per negligenza, ecco la lettera che il dottor Murray inviò ai propri pazienti quando assunse l’incarico di medico personale di Michael Jackson.
La lettera del dottor Murray
Come si evince da IGN-Adnkronos, ecco di seguito la lettera che il cardiologo Conrad Murray ha inviato ai propri pazienti per salutarli dopo essere diventato il medico personale del re del pop.
“Cari pazienti, sono profondamente addolorato di lasciarvi ma sapete che la mia assenza non sarà definitiva”. Inizia così la lettera d’addio del cardiologo ai suoi pazienti. “Per un’opportunità di quelle che capitano una sola volta nella vita ho dovuto prendere una decisione molto difficile: smettere di continuare a fare il medico per voi per un tempo indefinito. Nel corso degli anni, vi ho potuto conoscere sia come pazienti che come amici ed è stato più che piacevole prendermi cura di voi e ricevere la vostra fiducia e le vostre confidenze”.
Per poi aggiungere: “”In un modo diverso da persona a persona, la sfida è stata intrapresa con profondità, e in molti casi con successo, per ciascuno di voi. Resta ora la mia preoccupazione per la vostra salute. E dunque mia premura è in questo momento quella di trovare un sostituto che continui al meglio il mio lavoro dandovi così la possibilità di proseguire la cura intrapresa, con noi o altrove, come deciderete”.
Concludendo che “Durante il mio periodo di assenza io continuerò comunque a seguire il più possibile il lavoro, ma lo farò a distanza. A nome della mia famiglia e del mio staff vorrei ribadirvi tutto il nostro apprezzamento. Sono profondamente addolorato di lasciarvi a questo punto, ma sapete che la mia assenza non sarà definitiva. Auguro a ciascuno e a tutti voi salute, felicità, successo, ricchezza e pace. Grazie, Conrad Murray”.
Le dichiarazioni del dottore
La scomparsa di Michael Jackson, avvenuta il 25 giugno 2009, è avvolta da sempre da un alone di mistero e secondo i giudici il dottor Murray abbandonò il re del pop dopo avergli iniettato una dose di sonnifero in seguito rivelatasi fatale. A tal proposito, nel corso di un’intervista rilasciata qualche anno fa a Chi, Murray aveva dichiarato: “Hanno voluto che fossi io il capro espiatorio per la morte di Michael Jackson. Nei giorni precedenti alla sua scomparsa Michael ballava sei ore al giorno e non si alimentava. Era un uomo di 50 anni in uno stato di spossatezza estrema”.
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Per poi aggiungere: “Era completamente insonne. Quella sera mi aveva chiamato per aiutarlo a prendere sonno visto che, a forza di non dormire, stava impazzendo. Io gli ho somministrato un sonnifero leggero. Non può essere morto per quella sostanza“.