Coronavirus: vaccino italiano, anticorpi bloccano virus, test su uomo dopo l’estate

Gli anticorpi generati nei topi dal vaccino messo a punto in Italia blocca il virus, ma i test sull’uomo inizieranno dopo l’estate.

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L’azienda di biotecnologie italiana Takis, di Castel Romano, ha scoperto che gli anticorpi generati nei topi, isolati in un vaccino, funzionano contro il virus. Diversi test, eseguiti nel laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, hanno indicato che il vaccino sarebbe in grado di bloccare il virus. A darne notizia è stato il fondatore e amministratore delegato dell’azienda Takis, Luigi Aurisicchio. Al momento questa sperimentazione è la più avanzata raggiunta in Italia, ma i test sull’uomo inizieranno solo dopo l’estate.

Il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, Francesco Vaia, aveva dichiarato alcuni giorni fa, riguardo al vaccino contro il Covid-19, i cui anticorpi bloccano il virus, che sarebbe stato testato nel laboratorio di Virologia, che “procedendo con questi ritmi sarà possibile avviare da luglio le prime sperimentazioni sull’uomo; se i primi test daranno un esito positivo, porteranno nel 2021 alla somministrazione del vaccino su un alto numero di persone a rischio e, spero, alla dimostrazione della sua efficacia”.

L’istituto Spallanzani sta allestendo un’area all’interno dell’ospedale che sarà dedicata alla somministrazione a volontari in ottimo stato di salute del vaccino in via di sperimentazione, nel “rispetto di tutte le garanzie di sicurezza”. I volontari saranno scelti a maggio e dovrebbero essere circa 50, ma si prevede che l’inizio dei test possa essere anticipato a fine giugno. Il direttore Vaia ha spiegato che si tratta di un vaccino genetico, basato su un vettore virale: “a differenza dei vaccini tradizionali, i vaccini genetici non utilizzano un microorganismo inattivo o parte di esso ma il gene che codifica per l’antigene del microrganismo che si vuole neutralizzare”. In questo vaccino si userà il gene che codifica la proteina “Spike”, che permette l’ingresso del virus nelle cellule. Tale gene, una volta inoculato nelle cellule, stimola la produzione di una proteina che stimola la risposta immunitaria contro il Coronavirus.

L’ad dell’azienda Takis, Luigi Aurisicchio ha dichiarato: “grazie alle competenze dello Spallanzani, per quanto ne sappiamo, siamo i primi al mondo ad aver dimostrato la neutralizzazione del coronavirus da parte di un vaccino. Ci aspettiamo che questo accada anche nell’uomo. Stiamo anche esplorando altre interessanti piattaforme tecnologiche in collaborazione con la LineaRx, un’azienda americana. Alcuni vaccini hanno ricevuto importanti finanziamenti e hanno già iniziato la fase clinica in altri Paesi. Noi ce la stiamo mettendo tutta perché un vaccino che nasce dalla ricerca italiana, con una tecnologia tutta italiana e innovativa, venga sperimentato in Italia e messo a disposizione di tutti. Per fare questo abbiamo bisogno del supporto delle istituzioni e di partner che ci aiutino ad accelerare il processo: questa non è una gara e insieme possiamo vincere tutti contro il Coronavirus”.

Aurisicchio ha anche spiegato in cosa consiste la ricerca che la sua azienda sta portando avanti in collaborazione con l’istituto Spallanzani: “i risultati ottenuti ad oggi sono incoraggianti e ben oltre le aspettative: dopo una singola vaccinazione, i topi hanno sviluppato anticorpi che possono bloccare l’infezione del virus Sars-CoV-2 sulle cellule umane. Avevamo visto la quantità di anticorpi indotta, ora vediamo che gli anticorpi riescono a bloccare il virus. Il prossimo passo è capire quanto tempo dura la risposta immunitaria”. L’amministratore della Takis ha spiegato che i ricercatori hanno esaminato cinque vaccini, che inducevano a un’alta produzione di anticorpi, e hanno selezionato tra loro quelli con migliori risultati. Poi hanno isolato il siero dal sangue ricco di anticorpi e hanno così avviato l’analisi nel laboratorio di Virologia. Il direttore dell’area Anticorpi monoclonali della Takis, Giuseppe Roscilli, ha raccontato che “il disegno molecolare dei nostri vaccini ha tenuto conto di una serie di importanti parametri per generare anticorpi funzionali contro la proteina Spike, in particolare contro la regione che si lega alle cellule del polmone dell’uomo”. Anche il direttore dell’area Malattie infettive dell’azienda, Emanuele Marra, ha tenuto a rilasciare una dichiarazione: “ad oggi, la risposta immune generata dalla maggior parte dei nostri cinque candidati ha un effetto sul virus. Ci aspettiamo risultati ancora migliori dopo la seconda vaccinazione”.

Un’altra caratteristica dei vaccini che inducono la produzione di anticorpi al virus è la capacità di adattarsi all’evoluzione del virus e alle sue mutazioni. Il direttore del programma NeoMatrix dell’azienda, Fabio Palombo, ha affermato al riguardo: “stiamo già lavorando a un processo modificabile nel giro di poche settimane, qualora il virus accumuli mutazioni e diventi invisibile al sistema immunitario: lo stesso concetto che usiamo per sviluppare i vaccini contro il cancro”.

La Regione Lazio, in accordo con il Ministero dell’Università e della Ricerca, ha deciso di devolvere 5 milioni di euro per la ricerca del vaccino all’istituto. Il presidente della Regione Nicola Zingaretti ha scritto a tal proposito un un Tweet: “una notizia che dà speranza. Dalla Regione Lazio investiti 5 milioni di euro per questa ricerca che continueremo a sostenere”. Anche l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha tenuto a inviare un messaggio per mettere in evidenza l’impegno della Regione: “siamo l’unica Regione ad aver investito sulla sperimentazione per il vaccino. Questo è un elemento assolutamente fondamentale”. A inizio febbraio all’istituto Spallanzani fu isolato il Coronavirus, in seguito al caso dei due coniugi cinesi, primi casi accertati in Italia.

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