Carceri, Giorgio Mulè (Fi): calpestato il senso dello Stato

Giorgio Mulè in una nota diffusa parla della vicenda di Nino di Matteo e di come il senso dello Stato sia stato, secondo lui, calpestato.

Carceri, Giorgio Mulè (Fi): calpestato il senso dello Stato – meteoweek

La nota dell’ufficio stampa di Giorgio Mulè (Forza Italia) recitava più o meno così: “L’unica certezza nella diatriba tra il pubblico ministero, Nino Di Matteo, e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è che il senso dello Stato è stato
calpestato. Dopo quasi due anni dai fatti Di Matteo sente l’impellente necessità di raccontare al Paese un episodio che lo ha scioccato”. Secondo Mulè non ha senso aspettare così tanto tempo dal momento che Di Matteo lega la sua mancata nomina al Dap alle minacce dei boss mafiosi se lui avesse occupato quella poltrona. “Perché un magistrato attende due anni, manco fosse equiparabile a un pentito della criminalità organizzata, per dire una verità così importante per il Paese? Ecco, questi interrogativi fanno il paio con l’atteggiamento del ministro Bonafede che anche in questo caso dimostra di essere totalmente inadeguato al suo ruolo”. La polemica è nata nei salotti di “Non è l’Arena” dove il magistrato Nino Di Matteo ha lanciato un j’accuse nei confronti de Guardasigilli Alfonso Bonafede. Il magistrato ha affermato che nel 2018 Bonafede gli aveva offerto di dirigere il Dap, offerta che sarebbe poi venuta meno, dopo la reazione di alcuni boss detenuti al 41 bis, intercettati, preoccupati per la nomina di Di Matteo al Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Bonafede ha chiamato in diretta durante la trasmissione, dicendosi “esterrefatto”, perché la circostanza che lui avrebbe cambiato idea dopo un’intercettazione sarebbe una falsità. Bonafede ha aggiunto che l’incarico di capo degli Affari Penali che aveva poi proposto a Di Matteo che lui stesso aveva poi rifiutato, “non era un ruolo minore , ma più di frontiera nella lotta alla mafia. Lo stesso incarico che ricoprì Giovanni Falcone“.

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E’ scontro sulle carceri (Foto di repertorio) – meteoweek

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Al Dap ci andò il Dottor Bisentini, secondo Di Matteo sarebbe stato spinto a ripensarci. Mulè, però, non ci sta e si chiede come mai la storia ci ha messo così tanto a venire fuori. Il magistrato non ha ancora risposto alla provocazione.

 

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