Il Presidente del Consiglio ha detto di essere convinto che un sistema come il nostro non abbia bisogno di investiture messianiche.
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Ci siamo: stiamo entrando nella fase 2 dell’emergenza: qualche riapertura sarà consentita ma tutto potrebbe arrestarsi al cambiamento della curva di contagio. Il Premier ha parlato di cosa questo significhi per il Paese e ha detto che “Questa nuova fase ci è costata enormi sacrifici ed è per questo che non può essere intesa come un ‘liberi tutti’“. Il virus continua a circolare tra noi, siamo ancora in piena pandemia. E assicura, intervistato da La Stampa: “Sono fortemente convinto che un sistema come il nostro non abbia affatto bisogno di investiture messianiche, né di uomini investiti di pieni poteri”. Il Premier si riferisce alle accuse di Renzi ma a piegarsi al ricatto non ci sta e si dice molto orgoglioso di avere rispettato l’equilibrio tra poteri costituzionali. E quanto all’equilibrio delle responsabilità tra politica e scienza, Conte fa presente che non ha mai pensato di delegare alla scienza la responsabilità di governo. Mentre le divergenze di vedute con le Regioni sono fisiologiche., dice. E come dargli torto? Già spostandosi da una Regione all’altra i pareri cambiano radicalmente. Conte ha anche elogiato il lavoro del commissario Arcuri, poi dice: “Al momento le Regioni hanno in deposito 47 milioni di mascherine. Da lunedì saremo in grado di distribuirne 12 milioni al giorno, da giugno 18 milioni, da agosto 24 milioni“.
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Lascia per ultima la questione più spinosa: secondo il premier l’ombra di un governo di larghe intese a guida Draghi è “un costante chiacchiericcio, sullo sfondo, che fa parte del gioco politico italiano. Non mi distrae. Stiamo lavorando bene con Italia Viva. La maggioranza è solida. Io ho sempre dato priorità alla forza e alla ragionevolezza delle proposte, al di là di chi le sostiene, al di là se è rappresentativo del 2 o del 25% del Paese”. Ora l’attenzione è tutta sulla fase 2 in partenza domani che potrebbe ribaltare le sorti del Paese, in termini sanitari ed economici. Allo stato attuale delle cose i positivi sono 100.704, con una decrescita di 239 assistiti. Sono 1.539 i pazienti in terapia intensiva, con una diminuzione di 39 unità. Si registrano 192 vittime nelle ultime 24 ore, a cui si aggiungono 282 morti del mese di aprile: in totale sono 474 in più, che portano il dato complessivo dei decessi a 28.710. I dimessi e i guariti sono 79.914, con un aumento di 1.665. Eseguiti 55.412 tamponi, ora tutto dipende da come reagiranno gli italiani all’inizio di una nuova fase. Se si lasceranno andare e non rispetteranno le regole o si sposteranno il minimo indispensabile, come ha previsto il governo per una riapertura più massiccia prevista il 18 maggio (e poi, successivamente il 1 giugno). Ciò che è certo è che la vita tarderà a tornare alla normalità, almeno per un po’, pieni poteri, oppure no.