I carabinieri hanno effettuato perquisizioni nelle case di 12 persone, tre dei quali con precedenti. Avevano creato un gruppo su Telegram per aggirare i controlli in quel di Bergamo.
Un gruppo di bergamaschi aveva deciso di prestare un servizio per i propri concittadini, o almeno per alcuni di loro. Ma per farlo, stavano sfruttando in maniera illegale uno dei servizi di messaggistica istantanea più in voga del momento. Stiamo parlando di Telegram, creato qualche anno fa da una coppia di fratelli russi, i quali non pensavano che la loro invenzione sarebbe diventato un modo per sfuggire alle regole. Già in questi giorni, infatti, Telegram è finito nell’occhio del ciclone a causa della presenza di diversi gruppi (denominati “canali”) in cui venivano letteralmente spacciati quotidiani cartacei in forma gratuita.
Questa volta, però, il noto servizio di messaggistica istantanea (il rivale di Whatsapp per capirci) è servito per cercare di aggirare i posti di blocco. È accaduto a Bergamo, una delle città colpite in maniera più pesante dall’epidemia di Coronavirus. Qui, dodici persone avevano creato e alimentato un vero e proprio canale per fornire aggiornamenti in tempo reale sulla viabilità nella città lombarda. E così, con il canale denominato “Posti di blocco incidenti di Bergamo”, facevano sapere in quali città erano o non erano presenti le volanti della polizia locale, con gli agenti intenti a controllare chi usciva di casa.
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Si trattava di un vero e proprio escamotage per riuscire ad aggirare i controlli, che soprattutto in vista della tanto attesa Fase 2 potrebbero diventare più intensi. Soprattutto in città come Bergamo, che sembra in grado di uscire in maniera graduale da un’emergenza, che già negli ultimi giorni si è fatta molto meno pesante. Così, i carabinieri della città orobica hanno fatto irruzione negli appartamenti di dodici persone, tre delle quali vantano già precedenti penali. Una perquisizione in piena regola, disposta dai pubblici ministeri Paolo Mandurino e Silvia Marchina. Durante i controlli sono stati sequestrati diversi telefoni cellulari e un computer, tutti mezzi con cui è stata costruita una vera e propria rete.
All’interno del canale erano presenti 1.200 persone, tutti elementi attivi che potevano fornire informazioni in tempo reale sulla viabilità e sulla presenza di polizia locale per le strade di Bergamo. Tutti loro, ai quali si è risalito attraverso il numero di telefono o l’identità su Telegram, sono stati denunciati per ‘interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità’. I soggetti hanno nella quasi totalità dei casi un’età che oscilla tra i 20 e i 40 anni. L’autorità giudiziaria ha rilevato la particolare gravità del comportamento rispetto alla presenza delle limitazioni dovute alla pandemia in atto.