La Digos, per conto della Procura di Bologna, ha acquisito il girato dell’inchiesta “Il virus nero” di Giorgio Mottola sulla Strage di Bologna. Il documentario è andat in onda lo scorso lunedì nella puntata di Report, e sono state visionate tutte le documentazioni relative alle notizie inedite trasmesse.
Nel corso del servizio, Report, come si legge nella nota della trasmissione, aveva mostrato documenti inediti relativi al sostegno dato in Inghilterra alla latitanza dei neofascisti italiani. Era stata mandata in onda l’intervista esclusiva a Raymond Hill, ex dirigente del movimento neonazista inglese infiltrato per conto della polizia. Questi ha raccontato dell’incontro avvenuto quattro mesi prima della strage di Bologna con un presunto neofascista italiano, Enrico Maselli. Maselli avrebbe chiesto aiuto a Hill, secondo il racconto dell’infiltrato, e nel corso di una telefonata avrebbe annunciato un importante attentato in Italia e avrebbe chiesto rifugio per i neofascisti italiani che sarebbero stati costretti a fuggire.
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“Report si mette a disposizione per contribuire a far luce”
L’incontro in questione è stato ricostruito dai giornalisti di Report, che sono riusciti a ottenere conferme circa la data e il luogo dal diretto interessato, Enrico Maselli. Quest’ultimo ha smentito qualsiasi riferimento all’attentato di Bologna. Nel corso del servizio di Giorgio Mottola, Report aveva inoltre svelato come la conversazione in questione fosse stato attenzionata nel 1985 anche dalla polizia italiana. Qualcosa si interruppe però nelle indagini, che non portarono i risultati sperati. Nessun esito dal momento che gli accertamenti furono condotti non su Enrico Maselli, ma, per un clamoroso errore di trascrizione investigativo, su un quasi omonimo, Enrico Tomaselli. Quest’ultimo fu arrestato a Londra nel settembre del 1981 insieme ad altri neofascisti, tra cui Roberto Fiore, il fondatore del partito di estrema destra Forza Nuova.
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“Report – ha fatto sapere la redazione – si è messa a disposizione su richiesta della Procura di Bologna. Tutto il materiale e le interviste che erano nella propria disponibilità sono consultabili, con l’auspicio di poter contribuire a far luce su una delle più tristi e misteriose vicende della storia italiana”.