Il Politecnico di Torino ha pubblicato sul suo sito internet il rapporto ‘Scuole aperte, Societa’ protetta’ in cui si parla della riapertura.
Il rapporto ‘Scuole aperte, Società protetta’ è un documento, 62 pagine in tutto, del Politecnico di Torino che affronta a viso aperto sotto il profilo tecnico-scientifico la prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da coronavirus nell’ambito del sistema scolastico, non solo per quando riguarda la scuola dell’obbligo ma anche per il sistema educativo per la fascia 0-6 anni, in vista di una riapertura ormai prossima delle aule. Le imprese stanno andando avanti con l’organizzazione per la Fase 2 e sembra che possano essere pronte per il 4 maggio. In tanti hanno iniziato la formazione del personale per affrontare in sicurezza la ripartenza, ma i nodi più critici sono quello delle mascherine e quello del mondo della scuola: è da questo presupposto che parte il Politecnico per affrontare la questione riapertura in sicurezza. Il rettore del Politecnico, Guido Saracco, continua a seguire il percorso del progetto, nato con “Imprese aperte” e che ora si sta declinando in tanti report dedicati ai singoli settori: “Una riapertura della scuola oggi è impensabile, – spiega – ma bisogna avere le idee chiare sin da subito per programmare il futuro dall’autunno. Per questo entro oggi consegneremo la prima versione del dossier Scuole aperte, società protetta che stiamo elaborando con l’Ufficio scolastico regionale, il Comune e la Città metropolitana”.
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Le scuole non potranno ripartire sicuramente in questi mesi, ma Il Politecnico ha voluto immaginare che tra giugno e luglio una possibile organizzazione ricreativa per i bambini, soprattutto i più piccoli. Nel documento redatto ci sono delle proposte di indicazioni per iniziare ad affrontare la fase 2 almeno in nidi e materne e soprattutto fare le valutazioni su come riorganizzare il sistema da settembre. Si parla di strutture pubbliche con costi e bilanci molto complessi che richiedono tempi di adattamenti più lunghi di un’impresa privata. Per questo si deve cominciare subito: “Iniziative come l’estate ragazzi potranno esserci, anche se nel rispetto del distanziamento e con una riduzione dei partecipanti, soprattutto per le iniziative al chiuso. Per i più piccoli poi suggeriamo delle microcomunità di famiglie con genitori che alternandosi gestiscano i bimbi di 4 o 5 nuclei così da liberare gli altri per il lavoro, ma garantendo una socialità. Questa una delle ipotesi di transizione sui nidi con una parte del personale che si occupa di quei bambini che non possono essere inseriti nelle microcomunità e il resto che invece supporta i genitori in questi progetti”, ha detto il rettore intervistato da La Repubblica. Un dato è certo: pensare alla ripartenza delle scuole oggi è una necessità assoluta per i genitori che dovranno tornare in ufficio e per il futuro delle nuove generazioni. Una società senza scuola, è una società che non crede nel domani.