Provocatoria comunicazione da parte dei tatuatori, che si definiscono “categoria dimenticata” e che chiedono di poter ripartire.
“Apriamo perché nessuno ha mai disposto la nostra chiusura!”: i tatuatori vogliono ricominciare a lavorare, e chiedono al governo di anticipare la riapertura dei loro laboratori. Anche perchè pare che nessuno abbia di fatto come ricorda Carlo Bonci, presidente Associazione Tattoo Crew di Aviano (Pordenone) e referente dell’Associazione Nazionale Tatuatori. Una provocazione lanciata dalla categoria professionale dei tatuatori che ribadiscono di essere una “categoria dimenticata”: dopo il protocollo con il decalogo delle misure di sicurezza che si impegnano a rispettare, inviato al ministro della Salute Roberto Speranza pochi giorni fa, chiedono di anticipare la riapertura, fissata per il primo giugno.
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Carlo Bonci ha reso noto di aver inviato una lettera al presidente della Regione Massimiliano Fedriga e che il 6 maggio si svolgerà un flash mob con l’apertura simbolica di centinaia di studi di tatuaggi in regione, scandendo lo slogan “siamo aperti perché nessuno ha disposto la nostra chiusura!”. Nella lettera si menziona la professionalità dei tatuatori, “ancora non riconosciuti in nessun albo e mai nominati nelle ultime disposizioni in tema di riaperture”, nonostante “si tratti di un lavoro consolidato da anni, con grandi responsabilità sia artistiche che della salute dei clienti”. Incongruo è definito l’abbinamento a estetiste e parrucchieri. Bonci ha ricordato che i tatuatori hanno chiuso tra i primi autonomamente, segnalando che gli operatori “utilizzano da tempo mascherine, camici, guanti, prodotti disinfettanti ed effettuano corsi specifici per la tutela della salute”.