L’Avvocato di Stato entra nel dibattito sul DPCM e la Fase 2: i fidanzati non sono congiunti, e non potrebbero essere incontrati.
Il DPCM del governo ha lasciato aperta la porta a dubbi e controversie in merito ad un elemento fondamentale per tutti gli italiani: chi possiamo incontrare? Perchè l’iniziale riferimento ai “congiunti” contiene limiti e prescrizioni molto stringenti. Lo spiega Giulio Bacosi, Avvocato dello Stato e presidente dell’Associazione Democrazia nelle Regole. “Poiché tanto le norme penali quanto quelle eccezionali, come quelle del noto DPCM, non sono suscettibili di interpretazione analogica, sembra di poter ragionevolmente affermare che si considerano necessari i soli ‘spostamenti per incontrare congiunti’, e dunque persone che sono legate da un ‘titolo stabile’ di parentela, come conferma anche il fatto che i movimenti delle persone sono autorizzati secondo un criterio (prudenzialmente) restrittivo, non già ampliativo”. Parole chiare e che non lasciano dubbi in merito all’interpretazione del DPCM che ha autorizzato gli
incontri anche fra “congiunti” a partire dal prossimo 4 maggio.
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L’Avvocato dello Stato Bacosi ricorda come “il termine ‘congiunto’ sia citato nel codice penale”, e sottolinea che nella definizione non sarebbero “a rigore ricompresi neppure i fidanzati”. Ma lascia aperto uno spiraglio: “Bene ha fatto allora la Presidenza del Consiglio a precisare che si intendono per congiunti anche ‘fidanzati e affetti stabili’: una precisazione dovuta per consentire a due persone che si amano (purché, sempre in ottica restrittiva, nel contesto di un rapporto che non sia meramente occasionale) di potersi trovare senza incorrere in sanzioni o divieti, nell’attesa (magari più avanti) di poter incontrare anche amici e conoscenti”. Poche regole ma chiare, che non lascino spazio ad interpretazioni: questo, secondo Bacosi, è l’unico modo di difendersi dal coronavirus.