Papa Francesco licenzia 5 dipendenti del Vaticano sotto processo

Sono due dirigenti della Segreteria di Stato, una addetta all’amministrazione e due alti dirigenti vaticani. Papa Francesco li ha sollevati dagli incarichi mentre attendono giudizio per l’acquisto di un palazzo a Londra.

papa francesco

Papa Francesco si rende protagonista di una storia, che sembra quasi cozzare con la giornata che stiamo celebrando. Il 1° maggio è da sempre la festa dei lavoratori nel nostro Paese (e non solo), e nel Vaticano si sono registrati oggi cinque licenziamenti. Proprio nel giorno in cui il Pontefice ha ricordato san Giuseppe e ha pregato per tutti i lavoratori, è arrivata l’autorizzazione per cinque licenziamenti nell’ambito del Vaticano. È stato proprio papa Francesco ad autorizzarli, mentre è in corso una indagine particolarmente turbolenta che ha riguardato anche il Santo Padre.

Stiamo parlando dell’indagine del tribunale vaticano, per la vicenda dell’acquisto del famoso palazzo di Londra. Si tratta di un affare sul quale vige la più totale confusione, per una procedura che ha comunque visto l’avallo da parte dei superiori e, in ultima istanza, da parte dello stesso papa Francesco. I cinque lavoratori licenziati sono Vincenzo Mauriello e Fabrizio Tirabassi, dirigenti della Segreteria di Stato; Caterina Sansone, addetta all’amministrazione, e due alti dirigenti vaticani. Si tratta di don Maurizio Carlino, capo dell’Ufficio informazione e Documentazione, e Tommaso Di Ruzza. Quest’ultimo aveva lasciato per fine incarico il suo ruolo di direttore dell’Aif.

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La decisione del Santo Padre è stata inamovibile – meteoweek.com

Nell’indagine per l’acquisto del palazzo nella capitale britannica, era coinvolto anche il monsignor Alberto Perlasca. Nel frattempo, però, l’alto prelato era stato spostato per un altro incarico all’interno della curia vaticana. Come detto, i licenziamenti sono stati approvati da papa Francesco, il quale sembra aver deciso di non attendere l’esito dell’indagine. In particolare, la decisione era legata all’eventualità che si verificassero le condizioni per il rinvio a giudizio, o anche per la sentenza definitiva. Tra le altre cose uno degli indagati, il dirigente Tirabassi, non era ancora neanche stato ascoltato dai giudici.

Proprio in favore di Tirabassi, proprio per la mancanza di un riscontro concreto, è arrivata la proroga della permanenza a lavoro fino al prossimo 31 luglio. L’unico degli indagati che è però riuscito a non perdere il lavoro è stato Caterina Sansone. Il motivo è presto detto: l’addetta all’amministrazione, nel frattempo, era stata affidata a un altro dicastero. Per quanto riguarda Di Ruzza, invece, il suo licenziamento era stato deciso già prima che arrivasse l’autorizzazione a procedere da parte di papa Francesco. Tuttavia, non mancano le zone oscure neanche in questo provvedimento preso dal Vaticano nei confronti dei cinque lavoratori.

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La notizia dei licenziamenti, infatti, era stata recapitata dalla Sala Stampa della Santa Sede solo ieri sera, dopo le 21. L’annuncio è considerato poco comprensibile e piuttosto oscuri in diverse sue parti, nonostante fosse molto breve. E come si legge proprio nella nota, “sono stati disposti provvedimenti individuali per alcuni dipendenti della Santa Sede, alla scadenza di quelli adottati all’inizio dell’indagine sugli investimenti finanziari e nel settore immobiliare della Segreteria di Stato”.

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