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Cronaca

Coronavirus, Bergamo: i test confermano, è dovunque

Su mille test seriologici effettuati, il 62% indicano la presenza degli anticorpi al coronavirus. Siamo in Val Seriana, provincia di Bergamo: lo comunica l’Ats.

La Val Seriana, in provincia di Bergamo, è uno dei luoghi più martoriati dal coronavirus: lo conferma l’Ats, l’Agenzia di Tutela della Salute, dopo i risultati dei test sierologici. Su 1054 analisi del sangue, ben 652 indicano la presenza di anticorpi. Si tratta del 62%: una percentuale altissima. Per quello che si conosce oggi sul virus,  l’esito del test positivo significa che la persona è entrata in contatto con il Covid e ha sviluppato gli anticorpi. Se l’esito è negativo, non è entrata in contatto con il virus o è nella fase iniziale dell’incubazione, e quindi non ha sviluppato anticorpi. L’indicazione che ne deriva è ovvia, ma inquieta: nella provincia di Bergamo il virus è circolato massicciamente, molto più che altrove. Anche rispetto ad altre provincie lombarde. Lo spiega bene il professor Fausto Baldanti, direttore della Virologia molecolare dell’Istituto San Matteo di Pavia, che ha analizzato i test: «Dall’analisi di questi dati preliminari sembra che la circolazione del virus sia stata maggiore nella zona di Bergamo (Alzano e Nembro), mentre a Brescia, Cremona, Crema, Lodi e Codogno è stata meno intensa» ha spiegato. «Se sarà confermato l’andamento di queste analisi, la ripartenza dovrà tener conto che la maggior parte dei cittadini è potenzialmente suscettibile e si rende quindi necessaria la massima prudenza in vista della ripartenza».

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Ma il problema non sono solo i positivi: anzi. «Il 62% per cento di esiti positivi ci sta, vista la zona, la più colpita al mondo, e il campione di cittadini chiamati», commenta il presidente dell’Ordine dei medici, Guido Marinoni, che paradossalmente è più preoccupato dalla percentuale dei negativi: «Sono fortemente preoccupato del fatto che anche in quella zona così colpita ci sia un numero così elevato di persone ancora suscettibili all’infezione anche tra chi ha avuto sintomi. Non è vero che c’è l’immunità di gregge. Ho paura per questa nuova fase di apertura. Per i positivi al test sierologico, lo abbiamo già detto molte volte: per dire se hanno il Covid serve il tampone». A rendere ancor più chiara la situazione, la percentuale dei test postivi effettuati sugli operatori sanitari: sono il 23%, una percentuale alta che conferma che la riapertura, in quella zona, andrà fatta con molta calma ed attenzione.

 

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