Il governatore del Veneto Luca Zaia è intervenuto sulla festa del Primo Maggio. “Nelle piazze prevarrà il silenzio, è un’altra ricorrenza che ci ritroviamo a vivere in modo anomalo. Un silenzio per il lavoro e per chi lo ha perso”
“Domani primo maggio, festa del lavoro, è un’altra ricorrenza che ci ritroviamo a vivere in silenzio”. Lo afferma in un messaggio il presidente del Veneto Luca Zaia, che ha analizzato il clima surreale alla vigilia di una festa sentita. “Dovremmo ricordare – prosegue Zaia – la storia dei lavoratori e delle lavoratrici, delle lotte per il riconoscimento dei loro diritti, le tutele conquistate grazie a stagioni di battaglie e di compromessi. L’impegno di storiche organizzazioni sindacali e di sindacalisti carismatici, come Giuseppe Di Vittorio e Tina Anselmi. E ancora: le trasformazioni dell’economia globale che stanno mettendo in crisi la qualità del lavoro. E invece domani, le piazze saranno vuote e in questo strano Primo Maggio prevarrà il silenzio.
“Silenzio – aggiunge – per chi ha perduto la vita sul lavoro e per il lavoro, a cominciare dai medici, infermieri, operatori sanitari, autisti e volontari dei servizi di soccorso. Ma anche uomini delle forze dell’ordine, sacerdoti e religiosi colpiti dalla pandemia nell’atto più nobile. Ovvero quello di soccorrere e prestare aiuto ad altre persone. Silenzio per chi il lavoro l’ha perso a causa di questa crisi imprevista e imprevedibile, di dimensioni globali, che solo in Veneto ha azzerato oltre 3.600 imprese. La crisi ha mandato in cassa integrazione oltre 30 mila lavoratori e cancellati 50 mila posti di lavoro. E silenzio per chi sta aspettando, con ansia, di ritornare al lavoro, ma vive tutta l’incertezza di chi non sa in che modo e con quali prospettive potrà riprendere la propria attività. Sono tante le incognite aperte da questa crisi sanitaria, economica, sociale”.
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“Ma c’è una voce – aggiunge il presidente regionale Zaia – che, in questo Primo Maggio, dovrebbe levarsi forte e chiara per questa ricorrenza: un grazie sentito e corale a tutti i lavoratori che in questi giorni così difficili, con il loro operare, hanno reso possibile la vita di tutti noi e delle nostre comunità”.
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“Lunedì ci saranno circa un milione e 200 mila lavoratori che torneranno a lavorare, su un milione e mezzo di lavoratori veneti. Restano fermi moltissimi altri: bar, palestre, parrucchieri e ristoratori, per dirne alcune. Dobbiamo guardare ai dati con lucidità. I veneti hanno lavorato in modo straordinario, da chi ha lavorato in prima linea a chi si è chiuso in casa. Indispensabile continuare a rispettare le regole in questa fase di convivenza. Bisogna continuare ad evitare assembramenti, sia negli ospedali sia nei luoghi in cui si riprende l’attività”.
“Ho sempre detto – ha concluso – che come si è chiuso gradualmente, va riaperto anche gradualmente. Tenendo conto della situazione sanitaria e del contesto, fatto salvo il parere della comunità scientifica. Credo che serva un abito sartoriale per affrontare le aperture”.
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