Il ministro della Giustizia Bonafede si difende dalle polemiche sulla scarcerazione di boss mafiosi per motivi sanitari, dovuta all’emergenza coronavirus. E aggiunge: “Approveremo un decreto che prevede parere dei pm anti-mafia”.
In un’intervista il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si difende dalle polemiche sulla scarcerazione di boss mafiosi: “Mi amareggia il fatto che la lotta alla mafia venga strumentalizzata per attaccare il governo“. All’attacco soprattutto il leader della Lega Matteo Salvini, che ha mostrato il proprio disappunto nei confronti dell’operato del governo anche in un post su facebook: “Inaccettabile, una vergogna mai vista. Governo, sveglia”. Ora il Guardasigilli risponde: “È sbagliato mentire, sostenendo che sono usciti con leggi di questo governo, che invece ha risposto con un segnale molto forte. Questo decreto che intendiamo approvare va a rafforzare ulteriormente il contrasto alle mafie nel pieno rispetto dell’autonomia della magistratura”. Il decreto quindi prevederebbe il parere non vincolante delle Procure antimafia sulla scarcerazione di un detenuto sottoposto al 41bis. Il parere sarebbe poi accolto e valutato dai magistrati. Appare una critica: si tratterebbe di uno svilimento del ruolo dei magistrati. A questo Bonafede risponde: “Niente affatto. Io rispetto profondamente il lavoro dei giudici. L’ulteriore passaggio con le procure distrettuali e la Procura nazionale antimafia è solo un modo per acquisire ulteriori informazioni su casi specifici”.
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Poi Bonafede passa all’atto apologetico nei confronti della sua persona, ribadendo con forza di non sentirsi e non essere responsabile: “Assolutamente no. Basta leggere la Costituzione per capire che i magistrati decidono nella piena autonomia”. E ancora: “Non entro certo nel merito delle decisioni, ci mancherebbe. Il mio compito è portare avanti proposte come il decreto e avviare verifiche, come ho fatto in queste ore”. Ma lascia intuire la sua opinione a riguardo: “Per il resto, voglio ricordare che un detenuto al 41-bis è il più isolato di un carcere, quindi al riparo da possibili contagi”.
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Nel Question Time alla Camera ha inoltre ribadito comunque la sua piena fiducia nei confronti dell’operato dei magistrati: “Il governo risponde con i fatti, e sia chiaro che non si tratta di sfiducia nei confronti dei giudici di sorveglianza che meritano rispetto e che in generale stanno facendo un lavoro importantissimo con grande sacrificio personale e impiego di energie. Si fa semplicemente in modo che il giudice abbia un quadro chiaro e completo della pericolosità del soggetto”. Poi ha ricordato: “A parte le proroghe, ci sono circa 100 detenuti sottoposti al regime di 41 bis in virtù della mia firma”. E che proprio per questo è sottoposto “al più alto livello di scorta”.