Coronavirus, arriva il bonus per muoversi in sicurezza nelle città

La fine del lockdown potrebbe significare, in molte città, l’esplosione del traffico privato, preferito ai mezzi pubblici per timore del virus. Il governo prova ad arginare con il “bonus per la mobilità alternativa”.

Con il lockdown che gradualmente si ammorbidisce, molte persone torneranno a lavorare, o comunque ad uscire più spesso di casa. Ma il virus è ancora presente, e con lui la paura del contagio. Nelle grandi città questo potrebbe voler dire l’abbandono dei mezzi pubblici a favore dei propri mezzi di trasposto privato. E quindi traffico alle stelle, ed inquinamento pure. Per evitare che questa possibilità si trasformi in una realtà complicata poi da gestire, il governo incentiva la cosidetta “mobilità alternativa”, meglio ancora se elettrica.  Lo fa attraverso un ticket del valore di 200 euro, che potrà essere speso per il noleggio di un veicolo di uno dei vari servizi di mobilità condivisa o per comprare un mezzo di trasporto di mobilità alternativa. Insomma, si potrà utilizzare il ticket per un motorino di un servizio di scooter sharing, per una macchina di un servizio di car sharing o per acquistare un monopattino o una bici.

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Il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli ha confermato infatti che si potrà sfruttare il bonus per comprare le biciclette, incluse quelle a pedalata assistita, ma anche i monopattini, gli hoverboard e i segway, vale a dire i veicoli per la mobilità personale alimentati con elettricità. Il decreto sarà pubblicato di qui a breve: probabilmente prevederà l’utilizzo del ticket come una specie di ecobonus per l’acquisto di veicoli elettrici. E dunque, presentando il bonus, il cittadino potrà acquistare il mezzo ad un prezzo ribassato: sarà poi il venditore a rivolgersi allo Stato per incassare il bonus.

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Non tutti potranno usufruire del bonus, però: in base a quanto affermato dal ministro De Micheli, potrà richiedere e ottenere il bonus solo chi risiede in una città metropolitana o comunque in un’area urbana con oltre 60mila abitanti. Se questa decisione dovesse essere confermata, verrebbero esclusi da tale agevolazione tutti i pendolari che vanno a lavorare nelle grandi città pur risiedendo in paesi della cinta urbana con meno di 60mila abitanti. La questione del traffico è urgente: a mano a mano che le attività produttive e gli uffici riapriranno, si può facilmente prevedere che nelle grandi città il traffico possa essere messo sotto stress in misura significativa: con le nuove direttive riguardanti il distanziamento sociale sui mezzi di trasporto pubblici potranno salire molte meno persone che in passato.

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