Arresto possibile dopo inseguimento, la Cassazione boccia il giudice

Il giudice di Torino non aveva convalidato la cattura di un polacco. Il suo arresto era avvenuto dopo che l’inseguimento lo aveva messo in atto una vittima. Secondo la Cassazione, ora è possibile.

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La Cassazione ha stabilito che è possibile eseguire un arresto, se non sono le forze dell’ordine a effettuare l’inseguimento che porta al fermo del criminale in questione. E nello specifico, è stata bocciata la condotta tenuta da un giudice del Tribunale di Torino. Quest’ultimo, infatti, non aveva considerato valido l’arresto di un ragazzo polacco di 29 anni, avvenuto nei giorni scorsi. Il soggetto che era finito in manette, infatti, era stato fermato dopo aver effettuato una rapina presso un supermercato del capoluogo piemontese. Ma come abbiamo accennato, a fermarlo non erano state le forze dell’ordine.

Ad agevolare l’intervento da parte degli agenti di polizia è stata infatti un’altra persona, che si trovava nel locale al momento della rapina. Da qui è stato più semplice effettuare l’arresto, ma secondo il giudice che ha preso in mano il caso non c’erano i presupposti per eseguire il fermo. E questo, secondo la Cassazione, è un caso in piena regola di cattiva interpretazione del concetto di “quasi flagranza” del reato. Il polacco, infatti, lo scorso 28 settembre era stato notato da un dipendente del supermercato che aveva da poco rapinato, per poi segnalare il colpo da lui messo a segno alle forze dell’ordine.

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Nel frattempo, però, il dipendente del supermercato aveva in mente di fare giustizia al suo posto di lavoro. Per questo motivo, stava pedinando il rapinatore polacco con l’intento di non perderlo di vista, approfittando anche della fine del suo orario di lavoro. Solo in seguito erano riusciti a intervenire gli agenti della polizia giudiziaria, i quali hanno acquisito le informazioni necessarie proprio dal dipendente che li aveva chiamati. Grazie a queste informazioni, è stato più semplice per le forze dell’ordine raggiungere il ladro e poter eseguire il suo arresto.

Secondo il giudice del Tribunale di Torino, la prassi seguita non poteva essere valida perchè era necessaria la “diretta percezione delle tracce del reato e del loro collegamento inequivocabile” con il sospettato”. Questo sarebbe un passaggio fondamentale da seguire da parte di chi deve procedere con l’arresto. Tuttavia, la procura di Torino ha presentato un ricordo, ottenendo anche il risultato sperato. La Corte di Cassazione, infatti, ha annullato l’ordinanza stabilita dal giudice del capoluogo piemontese, senza attendere un rinvio. Dunque ora è possibile arrestare in flagranza di reato un ladro che viene rintracciato da terze parti.

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