Data la situazione d’emergenza attuale, alcuni paesi stanno riformando il loro sistema giudiziario, ma la legge approvata in Polonia fa aprire una procedura d’infrazione dall’Ue sullo stato di diritto.
L’Ue ha da tempo accusato Diritto e Giustizia (Pis, il partito di maggioranza ora al governo in Polonia) di minare la democrazia aumentando il controllo diretto sui tribunali, sui media e sulla società. Un’accusa che, sebbene sia stata più volte negata da parte del partito, ha fatto scattare la prima mossa dell’Unione.
Infatti, secondo quanto viene riportato la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro il Paese per lo stato di diritto. Questo proprio a seguito della “legge approvata il 14 febbraio che apporta modifiche al funzionamento del sistema giudiziario, col serio rischio di un controllo politico del sistema”.
Ad annunciarlo sarebbe stata proprio la vicepresidente dell’esecutivo Ue, Vera Jourova. “Esistono seri rischi che le disposizioni relative al regime disciplinare nei confronti dei giudici possano essere utilizzate per il controllo politico del contenuto delle decisioni giudiziarie“, avrebbe infatti affermato la vicepresidente, sottolineando poi che “il virus non può uccidere la democrazia”.
Sempre secondo quanto fatto sapere da Jourova, Varsavia è dunque invitata ad “affrontare le preoccupazioni” sullo stato di diritto della Commissione Ue, e ha due mesi di tempo per rispondere.
La legge presa di mira dalla Commissione europea, e che era stata approvata lo scorso 14 febbraio, sarebbe contraria ai valori di democrazia di cui l’Europa si fa portavoce. Si tratta dunque di una legge che “mina l’indipendenza dei giudici polacchi, ed è incompatibile con il diritto Ue perché impedisce ai tribunali polacchi di applicare direttamente determinate disposizioni del diritto europeo a tutela dell’indipendenza giudiziaria e di presentare alla corte di giustizia domande di pronuncia pregiudiziale su tali questioni”.
Sebbene infatti gli Stati membri dell’Eurogruppo possono riformare il loro sistema giudiziario, tale riforma deve essere comunque effettuata senza violare i trattati dell’Ue, come quanto spiegato da Jourova.
Ad ogni modo, la vicepresidente ha sottolineato che data l’emergenza coronavirus che attanaglia ormai tutti gli Stati membri, la Commissione sta “monitorando la situazione con attenzione” anche in altri Paesi, e per la precisione “sono 20 quelli che hanno adottato lo stato d’emergenza per affrontare la crisi”.
“Riconosciamo che una situazione eccezionale richiede soluzioni eccezionali, ma questo non significa che la costituzione ed il Parlamento debbano essere spenti ed i giornalisti silenziati”, conclude infine Jourova.
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