Il movimento spontaneo Italian Wedding Industry spinge per la ripartenza in coincidenza con la Fase 2. “Sono saltati oltre 50mila matrimoni tra i mesi di maggio e giugno”, dichiara uno dei fondatori.
Uno slogan che ricorda la Divina Commedia, per provare a rilanciare il mercato del wedding nel nostro Paese. “Questo matrimonio s’ha da fare”, parafrasando la celebre frase che il Manzoni fece pronunciare nel suo capolavoro a Don Rodrigo all’orecchio di Don Abbondio. Uno slogan che è stato coniato da Italian Wedding Industry, in vista di una Fase 2 che, almeno per il momento non prevede la ripartenza dei matrimoni. Il movimento spontaneo è stato fondato dall’imprenditore Umberto Sciacca e dalla Event Manager Barbara Mirabella. E ovviamente, alla base del loro appello c’è la necessità di cercare di capire come far ripartire il mercato.
Sono stati ben 50mila, infatti, i matrimoni che avrebbero dovuto tenersi nei mesi di maggio e giugno e che non sono stati confermati. Il motivo è presto detto, ovvero la paura del contagio da Coronavirus e il fatto che le chiese non sono state fatte riaprire, nonostante il decreto legato al via della Fase 2. Per questo motivo, Sciacca e la Mirabella hanno provato a scuotere le coscienze, in particolare quelli dei marchi legati al mondo dei matrimoni. E così, nel movimento da loro creato troviamo esponenti di marchi leader nel settore, come creatori di abiti da sposa e sposo oltre agli operatori nella filiera.
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“Sono 50 mila i matrimoni che, secondo le stime ufficiali, salteranno tra maggio e giugno 2020 – dichiara Barbara Mirabella -. Ciò significherà, per tutto il comparto, disdette di mesi e un intero settore completamente falcidiato. Abbiamo inviato una lettera al Governo con ben diciannove punti sui quali porre l’attenzione, primo tra tutti il bisogno di date certe, e chiare regole di salvaguardia, compatibili con la sicurezza sanitaria. La pianificazione anticipata è elemento fondamentale per lo svolgimento dell’attività di organizzazione degli eventi. Solo con un calendario chiaro e coerente delle riaperture, anche il settore del Wedding potrà riprendere il proprio lavoro”.
Barbara Mirabella, dunque, sostiene che c’è la voglia di far ripartire la filiera dei matrimoni, in vista di giorni più sereni. Anche perchè l’avvio della Fase 2 è sinonimo di un tentativo di ripartenza per l’economia italiana. “Stabilendo nuove modalità di fruizione di servizi come il catering, intendiamo metterci a disposizione delle istituzioni per riscrivere il decalogo del ‘Far bene’. In questo modo si potrebbero fornire date certe per la riapertura programmata di tutte le attività aggregative, che ogni anno assicurano 40 miliardi di fatturato, consentendo un’adeguata pianificazione e l’avvio delle prenotazioni”.