Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, si dice contraria la bonus erogato sulla base dei redditi dichiarati nel 2019, come dovrebbe essere previsto nel Dl di aprile.
Il decreto legge di aprile, che dovrebbe essere approvato entro domani per rispettare la scadenza di fine mese, dovrebbe prevedere un’iniezione di 55 miliardi di euro, da sommare ai 25 milioni di euro già stanziati dal decreto Cura Italia. Ma nel decreto ci sarebbero delle norme per regolamentare l’erogazione degli aiuti economici ai lavoratori autonomi, che non convincono il Forza Italia.
A tal riguardo è intervenuta Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, che in una nota ha dichiarato: “con il prossimo provvedimento del governo, il bonus per i lavoratori autonomi dovrebbe salire da 600 a 800 euro. Forza Italia chiedeva almeno 1000 euro, Palazzo Chigi si fermerà qualche gradino prima. Ma ciò che desta maggior sconcerto è il fatto che questo contributo, a quanto si apprende, verrebbe erogato solo a chi nel 2019 ha dichiarato un reddito inferiore ai 35mila euro lordi. Nel 2019 come tutti sappiamo un lavoratore ha palesato al fisco i suoi introiti relativi al 2018. Quindi il governo nella primavera del 2020 vorrebbe dare o meno un bonus basandosi su quanto un contribuente ha guadagnato due anni prima. Nel frattempo lo stesso cittadino potrebbe essere diventato ricco, o magari chi era ricco caduto in povertà. Il mondo alla rovescia, come la logica pericolosa con la quale operano Conte e i suoi ministri“.
Un’aspra critica, che si va ad aggiungere ai già tanti problemi che il governo tenta di affrontare rispetto alla crisi economica causata dall’epidemia di Coronavirus e alla povertà sempre più dilagante a causa del blocco delle attività produttive e commerciali. Intanto gli aiuti previsti e messi in campo dal governo salgono a 80 miliardi di euro, che corrispondono al 4,5% del nostro Pil. Nel decreto legge di aprile il governo dovrebbe prevedere le misure per il sistema di garanzie a favore degli operatori economici privati e pubblici, misure per tutelare il lavoro, il rafforzamento degli strumenti di protezione sociale, il sostegno ai settori produttivi più colpiti dalla crisi attraverso l’utilizzo della leva fiscale ed evitando politiche restrittive, e la eliminazione totale dell’incremento delle aliquote Iva e delle accise, che era previsto a partire dal 2021.