Coronavirus, la rivolta dei commercianti: aperti senza vendere

Confcommercio chiama a raccolta i suoi iscritti in Toscana e si prepara alla protesta contro le decisioni del governo e il nuovo Dpcm.

Coronavirus, la rivolta dei commercianti: aperti senza vendere – meteoweek

Confcommercio è stata chiara: se non ci sarà un cambiamento si procederà alla protesta. La richiesta di Anna Lapini e Franco Marinoni, presidente e direttore dell’associazione di categoria, è perentoria: anticipare appunto al 4 la riapertura dei negozi al dettaglio e al 18 quella di ristoranti e bar. In Toscana la situazione si è fatta calda: contatti con il giovernatore Enrico Rossi sono in corso ogni giorno e dalla Regione non arriverebbero segnali negativi rispetto alle proposte della categoria. Prevista un’apertura straordinaria ma senza vendere: potrebbe avvenire tra le 10 e le 13 ma i dettagli sono ancora da definire. Alla protesta, ammesso che abbia luogo, prenderanno parte anche i ristoratori, allestendo un simbolico banco del cibo in piazza Grande, con gli appositi dispositivi anticontagio e rispettando le necessarie misure di sicurezza. Il gesto è motivato dai numeri riportati da Confcommercio: secondo le stime dell’associazione «il 20% delle aziende potrebbe non riaprire mai più».

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Non ci potrà ovviamente essere vendita al consumatore ma per qualche ore sembrerà di essere tornati alla normalità – meteoweek

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Il gesto di disobbedienza civile è stato spiegato direttamente da Confcommercio ai suoi iscritti illustrando loro gli articoli della Costituzione che sanciscono l’esercizio dei diritti di libertà e supportato dai dati drammatici sul risultato delle chiusure.

Da qui l’iniziativa di scrivere ai Prefetti della regione perché «accettino la nostra richiesta», spiega Anna Lapini. Nella lettera viene chiarito che i commercianti «sono perfettamente in grado di continuare a dare il loro contributo attivo nella gestione dell’emergenza sanitaria anche nella ripresa dell’attività, improntata alla massima sicurezza e alla tutela della salute propria e a quella dei collaboratori e dei clienti». Dal governo o dalla regione non sono ancora pervenute risposte in grado di tranquillizzare o mettere in allerta i commercianti. La situazione al momento è stabile anche se potrebbe cambiare in qualsiasi momento. Secondo il Fondo monetario internazionale l’Italia uno degli anelli più deboli in Europa, seguita solo dalla Grercia, pagherà lo scotto più alto in termini economici legato ai risvolti drammatici della pandemia. Secondo quanto riportato il Pil mondiale si contrarrà nel 2020 del 3%. Tuttavia l’Fmi oserva anche come ci sia “estrema incertezza sulle stime di crescita” e spiega che “le ricadute economiche dipendono da fattori difficili da prevedere”.

 

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