Il sinologo Francesco Sisci svela il retroscena su Kim Jong-un. “Le informazioni contrastanti, le mezze smentite e la sua assenza dalla scena pubblica confermano tutto”.
“Kim Jong-un dovrebbe essere clinicamente morto”. La frase, che di per se è abbastanza forte, viene pronunciata da una voce non del tutto sprovveduta. È quella di Francesco Sisci, sinologo che opera come professore di Relazioni internazionale all’Università di Pechino. E le sue parole rimbombano se si pensa alla fuga di notizie e di rumors – che Donald Trump non aveva perso tempo a definire “fake news” – sullo stato di salute del leader politico della Corea del Nord. Kim Jong-un non si vede in giro da ben 17 giorni. Esattamente dal giorno che ha preceduto l’intervento chirurgico al quale si è sottoposto dopo un problema cardiaco.
Sisci, intervistato dai colleghi di Adnkronos, ha fatto capire che ci sono troppi elementi per poter credere che Kim Jong-un sia morto. “Che io sappia è clinicamente morto. Naturalmente potrei sbagliarmi, ma credo che la ridda di voci, le informazioni contrastanti, le mezze smentite e la sua continua assenza dalla scena pubblica mi pare confermino che appunto Kim è in stato vegetativo e fuori dalla politica attiva. Naturalmente è un momento molto delicato e non si può fare una crisi al buio. Credo quindi che l’annuncio della sua morte potrebbe arrivare quando la lotta di successione probabilmente in corso sarà conclusa”.
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Sisci si è poi soffermato proprio sulla lotta per la successione di Kim Jong-un. Da una parte c’è la sorella Kim Yo-Jong, che ha poco più di 30 anni ed è stata inserita nel Politburo del Comitato centrale del Partito dei Lavoratori. Dall’altra parte troviamo Kim Pyong-il, fratellastro del padre dell’attuale capo politico. “Il suo problema – dice Sisci a proposito proprio di quest’ultimo – è che è stato fuori dal paese per 40 anni e anche se sulla carta è più titolato è fuori dai giochi, mentre Kim Yo-Jong ha avuto le mani dentro l’apparato per dieci anni”.
Dunque, se le parole di Sisci fossero vere, la vita di Kim Jong-un sarebbe appesa a un filo. Oppure il capo politico della Corea del Nord si sarebbe già spento. E a nulla sarebbe valsa la spedizione partita proprio da Pechino, dove un team di medici specialisti si è radunato per poi partire alla volta di Pyongyang. “Io ho letto di questa cosa su un settimanale giapponese molto bene informato – dice Sisci a tal proposito – . Per quanto ho sentito io una equipe medica cinese era stata chiamata per cercare di rianimare Kim ma è se ne è andata quando ha visto che la situazione era disperata. Non sono certissimo di questo dettaglio, credo sia possibile anche probabile, ma non ho grandi sicurezze in merito”.
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