Coronavirus fa saltare i matrimoni: 17mila cancellazioni. E si prevede che ne salteranno altri 50mila tra maggio e giugno 2020
L’emergenza da Coronavirus ha fatto saltare già 17mila matrimoni. Una scelta dovuta alle limitazioni imposte, restrizioni che scoraggiano gli sposi. D’altronde il divieto di assembramenti, baci, abbracci ecc. non è proprio quello che ci si aspetterebbe a una festa nuziale. Per tutte queste ragioni, si prevede che tra maggio e giugno salteranno altre 50mila nozze. Naturalmente si tratta di un cambio di piano che colpisce non solo i futuri sposi ma anche coloro che dell’organizzare eventi nuziali hanno fatto il loro lavoro. Si tratta quindi di un grosso giro economico che coinvolge imprese di abiti da sposi, catering, wedding planner, parrucchieri, fioristi ecc. le cui perdite si aggirano attorno ai 26 miliardi di euro.
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Nel frattempo dalla Sicilia la compagine Italian Wedding Industry, lancia una richiesta d’aiuto in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Mattarella, al premier Conte e ai presidenti delle varie Regioni italiane. Italian Wedding,nata da un’idea dell’imprenditore Umberto Sciacca e della manager Barbara Mirabella, raggruppa 3.200 imprenditori da tutto il Paese. “La nostra lettera è il grido di allarme”, spiegano, “di un settore intero che si sente profondamente colpito, non solo dalla pandemia in atto ma anche dalla scarsa attenzione da parte del governo centrale, che immagina di collocare il nostro settore nella cosiddetta fase 3, senza la previsione di alcune misure di contenimento che non siano crediti da chiedere alle banche”.
Coronavirus fa saltare i matrimoni: le richieste di Italian Wedding Industry
Tra le proposte avanzate dagli imprenditori, la richiesta di date certe per la riaperture delle attività, finanziamenti a fondo perduto a causa della riduzione del fatturato rispetto al 2019, l’esenzione dai contributi sugli stipendi dei dipendenti per un anno. E ancora si sta pensando a un anno bianco totalmente esentasse. D’altronde senza fatturato le imprese non avrebbero denaro per pagare. Si chiede inoltre di prolungare la cassa integrazione per i dipendenti fino alla fine del 2020.
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Infine, misure a supporto di affitti, nonché finanziamenti sempre a fondo perduto per adeguare impianti di condizionamento e sanificazione. Tra le proposte, anche quella di riaprire subito attività inerenti a eventi e ristorazione all’aperto rispettando naturalmente tutte le norme di sicurezza.