Primo ministro britannico Boris Johnson torna al lavoro dopo il suo periodo di convalescenza post coronavirus, lanciando un messaggio al Paese e annunciando che le misure di isolamento e il lockdown vanno continuati.
Boris Johnson è tornato. Il primo ministro del Regno Unito si è finalmente ripreso dopo la brutta esperienza della terapia intensiva, vissuta a seguito del suo contagio da coronavirus. Annunciando dunque di essere tornato a tenere le redini della sua carica, così come anche del Paese, Johnson ha tenuto un discorso ufficiale proprio fuori il numero 10 di Downing Street, lanciando un messaggio chiarissimo. Per il momento è impossibile uscire dal lockdown, nonostante si stata rilevata un’inversione di tendenza della pandemia all’interno dei confini nazionali.
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Boris Johnson sul lockdown, pericolo di disastro economico
“Sono stato lontano dalla mia scrivania più di quanto avrei voluto“, esordisce Boris Johnson al suo primo discorso alla nazione dopo essersi finalmente ripreso dal coronavirus, ed essere tornato a ricoprire la carica di primo ministro. Carica temporaneamente ricoperta da Dominic Raab, che ovviamente viene menzionato e ringraziato a per il suo “eccezionale lavoro”.
Ma Johnson ringrazia anche tutti i cittadini, per il coraggio che stanno avendo nell’affrontare quel virus che “ogni giorno porta nuova tristezza“, che li ha portati a delle restrizioni di isolamento difficili da sopportare. Tuttavia, per quanto difficile sia la quarantena, il ministro ha avvertito che il Regno Unito è “al momento del massimo rischio”, e ha quindi annunciato che le restrizioni rimarranno ancora in vigore per evitare un secondo picco di infezione.
Il coronavirus, spiega Johnson, “è un aggressore inatteso e invisibile nel suo assalto fisico”, e certamente egli stessi può dirlo proprio per sua esperienza personale. Sebbene abbia quindi assicurato che il Regno Unito abbia già “iniziato a metterlo al tappeto”, è necessaria ancora molta prudenza, perché rischiare un nuovo, secondo picco significherebbe dover affrontare, oltre al virus, anche “un disastro economico“. Un disastro economico che è a tutti i costi da scampare, dato che già l’epidemia è “la sfida più grande che il Paese abbia mai affrontato dopo la Guerra“.
I numeri del Coronavirus nel Regno Unito
Data la delicata situazione, il primo ministro fa dunque sapere che le misure di blocco del Regno Unito potrebbero essere riviste e rivalutate per il 7 maggio. Nel frattempo, Johnson ha comunque confortato la nazione sui numeri di contagi, decessi e ricoveri in terapia intensiva degli ultimi giorni. Sono rassicuranti, sebbene si parli comunque di 153mila casi confermati e più di 20mila morti.
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Numeri, questi, che come spiega la CNN hanno fatto sommergere il governo di critiche e polemiche, poiché accusato di non aver risposto all’emergenza in tempo, e con le giuste misure, quando invece andava mosso il primo scacco. E pesanti critiche arrivano anche sulla gestione attuale della pandemia all’interno del Paese, dove la disponibilità di indumenti protettivi per gli operatori sanitari, di dispositivi di protezione individuale e i test per il Covid-19 sono ancora insufficienti.