Introvabili per settimane, le mascherine chirurgiche arrivano ora in modo massiccio sul mercato: 660 milioni, prodotte da 5 aziende italiane e vendute in media a 38 centesimi l’una.
Per settimane sono state oggetto del desiderio di milioni di italiani spaventati. Erano introvabili, a volte oggetto di speculazione, in altri casi non a norma ma vendute come tali. Con la fine del lockdown, o quantomeno con la sua attenuazione, diventeranno ancora più indispensabili: per muoversi, per interagire, per ricostruire una parvenza di socialità. Ne dovrebbero arrivare tante sul mercato: ben 660 mila, prodotte da cinque aziende italiane con cui sono stati siglati i contratti di fornitura. Sono la ‘Fab’, la ‘Marobe’, la ‘Mediberg’, la ‘Parmon’ e la ‘Veneta Distribuzione’, con le quali il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri ha definito la comessa. 660 milioni di mascherine chirurgiche, appunto, saranno nelle prossime settimane sul mercato italiano ad un prezzo medio di 38 centesimi di euro al pezzo. “Voglio ringraziare queste eccellenze italiane – ha voluto specificare Arcuri – che hanno mostrato una straordinaria disponibilità e un forte senso di responsabilità. Nessuno vende ad un prezzo superiore ai 50 centesimi”.
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Una assenza, quella delle mascherine e dei cosidetti “dispositivi di protezione individuale”, che è costata cara nelle prime settimane del virus. Molti dei 151 medici morti, infatti, sono medici di base, che per stessa ammissione delle associazioni di categoria, sono stati “gettati nella mischia” senza strumenti di difesa. E non deve trarre in inganno dall’essere attenti e prudenti nei comportamenti i dati in calo: se in alcune città o regioni la situazione appare sotto controllo (per esempio nelle ultime 48 ore a Roma nessun decesso, in Campania solo 18 nuovi positivi in giornata) siamo ancora nel pieno della pandemia, come spiega anche Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità: “Questa Fase 2 è irrinunciabile. Un Paese non regge un lockdown completo per più di un paio di mesi ma da un punto di vista sanitario una certa preoccupazione c’è. Il virus continuerà a circolare anche se ora lo fa a intesità più bassa grazie ai provvedimenti di distanziamento sociale, ma come si rilascia la situazione il rischio che ricominci a circolare più velocemente c’è tutto. Siamo di fronte a una scelta irrinunciabile e dobbiamo tenere la guardia davvero molto alta”. Per cui ben vengano gli oltre 600 milioni di mascherine, con la speranza che siano sempre di più, facilmente reperibili sul mercato.