Il nuovo film di Gavin O’Connor con protagonista Ben Affleck, Tornare a vincere, è disponibile per l’acquisto in digitale su tutte le principali piattaforme online.
Tornare a vincere, il nuovo film con protagonista Ben Affleck, sarebbe dovuto uscire in sala in questi giorni ma, a causa dell’emergenza coronavirus, è stato reso disponibile per l’acquisto in digitale su Apple Tv, Youtube, Google Play, TimVision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio su Sky Primafila, Infinity e VVVVID a partire dal 23 aprile. Ecco la nostra recensione del film.
Tornare a vincere | la recensione
La storia di Tornare a vincere, nuovo film di Gavin O’Connor, ruota attorno alle vicende di un ex giocatore di basket. Vedovo, ex fuoriclasse che ha perso il lavoro nella fondazione di famiglia a causa dei suoi problemi di dipendenza, l’atleta tenta di rimettersi in gioco e di reinventarsi diventando il coach di una sgangherata squadra del liceo. Un impiego che possa dargli gratificazione e che possa tenerlo lontano dalla tentazione dell’alcol. La storia dell’ex fenomeno della pallacanestro Jack Cunningham, per chi conosce un po’ del privato dell’attore che lo interpreta, ha quindi diversi punti in comune con la vita dello stesso Ben Affleck (non solo la separazione da Jennifer Garner, come confermato da Affleck, ha avuto un certo impatto su di lui set del film, spingendolo sul punto di un crollo emotivo, ma anche le sue passate esperienze di dipendenza). Il trascorso privato di Affleck è entrato così prepotentemente all’interno del film tanto da far crollare emotivamente l’attore durante le riprese di una delle scene più importanti del lungometraggio.
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Sport e dramma
Il nuovo film di Gavin O’Connor è diviso nettamente in due. Se la prima metà segue tutti i canoni del cinema sportivo in maniera eccellente, addirittura adottando soluzioni visive e di montaggio inedite che non è escluso possano venire ripresi da altri film in futuro, ad un certo punto Tornare a vincere si “appiattisce” sul dramma e decide che tutto quello raccontato fino a quel momento non conta più. O’Connor riesce benissimo a rappresentare la fatica sportiva come veicolo del proprio riscatto e a descrivere le abitudini di un alcolizzato (interpretato da un attore che in quel periodo era in rehab proprio per quello) attraverso piccoli dettagli di messa in scena (ad esempio lo scompartimento per la birra nella doccia), senza per questo mettere in secondo piano la trama sportiva. Nel momento in cui questa viene bruscamente interrotta, il film crolla su se stesso e si avvia noiosamente verso una conclusione affrettata.
Una conclusione burrascosa
La sceneggiatura ad un certo punto si disinteressa dell’esito delle finali della squadra che il protagonista allena e si fossilizza sul suo dramma personale, annichilendo tutto il resto. È chiaro fin dall’inizio che il tema dell’alcolismo sia il cuore del film e il basket solo una scusa per parlarne, ma il cambiamento di narrazione è talmente repentino ed ingiustificato da inficiare un film intero.