In fase di approvazione il Def, che tratteggia quelle che sono le misure economiche e finanziare che verranno messe in atto con il prossimo decreto aprile. I dati offerti dalle agenzie, però, prevedono un crollo del Pil e un’impennata del debito pubblico.
Pesanti gli effetti dell’emergenza coronavirus per l’economia del nostro Paese – effetti a lungo termine, che avranno forse termine nel primo trimestre del prossimo anno. Secondo le previsioni dell’agenzia Moody’s, il Pil dell’Italia è ormai in caduta libera, e se non dovessero esserci ulteriori ripercussioni, si assesterà al -8% alla fine dell’anno.
Dal fronte debiti, si parla invece di un 155,7% del Pil per ciò che concerne il debito pubblico (152,7% a fine anno 2021), con un indebitamento al 10% (“tenuto conto dell’impatto finanziario del decreto con le misure urgenti di rilancio economico”) e un extradeficit di 55 miliardi, necessario per poter finanziare le misure di ripresa e apertura del Paese già dalla Fase 2. Questi, secondo quanto viene riportato dall’ANSA, sono i numeri che il Governo ha tratteggiato nel Def, il Documento di Economia e Finanza avanzato sul tavolo del Consiglio dei Ministri già da questa mattina.
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Le misure del decreto aprile, 55 miliardi per il 2020
Le riunioni che hanno focus principale le misure economiche e finanziare del decreto aprile si sono svolte ininterrottamente da diversi giorni, con non poche tensioni tra i vari partiti e con il rischio che il varo del Documento e del nuovo scostamento di bilancio possa finire addirittura a sabato. Ciò che è necessario per chiudere il Def, infatti, è l’intesa sugli interventi che il governo dovrà applicare già dalla Fase 2 tra sanità, ammortizzatori, aiuti alle imprese e alle famiglie.
Come già preannunciato dal Governo, però, verrà dato il via libera ad un nuovo scostamento di bilancio (divisi in 55 miliardi per il 2020 e 24,6 miliardi per il 2021), con misure dal valore di 10 miliardi destinate alle imprese e 13 miliardi agli ammortizzatori. Secondo quanto viene riportato dalle fonti, nel provvedimento si dovrebbero poi destinare anche ulteriori 12 miliardi per anticipare i pagamenti alle imprese creditrici.
Con la riapertura ponderata del Paese e la ripartenza di tutte le attività, sempre tenendo sotto controllo lo stato dell’epidemia da coronavirus, si mette in conto un un recupero della crescita tra il 4,5% e il 4,7% per il prossimo anno, con anche l’eliminazione definitiva delle clausole di salvaguardia sull’Iva. Questo, secondo un quadro che prosetta la sopensione delle regole del Patto di stabilità nell’emergenza, che nel 2021 non verrà riattivato.
Per ciò che riguarda il settore delle imprese, oltre allo stop della sugar e plastic tax, si parla dello sblocco dei vecchi crediti della Pubblica amministrazione ancora non pagati per 12 miliardi. Oltre a questo, si parla di altri 10 miliardi di sostegni, dati sotto forma di 8 miliardi di ristori diretti per le attività con meno di 10 dipendenti, e 2 miliardi di sostegni di aiuti per affitto e bollette.
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Per i lavoratori, si parla di rifinanziamento di 13 miliardi della cassa integrazione (anche in deroga) per altre 9 settimane, di 7 milardi per gli 800 euro di indennità per gli autonomi (che verrà erogata sia ad aprile che a maggio), di mezzo miliardo per la proroga dei congedi speciali e del bonus babysitter, e di 1,3 miliardi per il rafforzamento della Naspi e al sussidio per colf e badanti.
Infine, 1 miliardo servirà per il reddito di emergenza mentre alla sanità e alla Protezione Civile potrebbe arrivare una cifra compresa tra i 4 e i 5 miliardi.