Coronavirus è in fase discendente: ma non torneremo subito alla normalità. Così Vaia, direttore dell’Istituto Spallanzani a Il Giornale
Siamo entrati nella fase discendente ma non sarà possibile tornare subito alla normalità, alla vita di prima che tanto desideriamo. C’è ancora da attendere, perché il prezzo di una leggerezza potrebbe costare caro. È il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, che in un’intervista rilasciata a Il Giornale sottolinea l’importanza di non fare sciocchezze che possano vanificare gli sforzi fatti in questi due mesi di quarantena. “Vedo in giro comportamenti sbagliati e che non esito a definire delittuosi da parte di chi ignora le misure di contenimento e non rispetta le regole: così rischiamo di vanificare gli sforzi fatti finora“, ha detto Vaia.
Negli ultimi giorni, Vaia ha ricevuto i complimenti del direttore del Consiglio Superiore di Sanità Locatelli per l’ottimo lavoro svolto dalla sua squadra per avere eseguito una cura sperimentale per la coppia di turisti cinesi, tra i primi ad aver contratto il Covid nel nostro Paese. Non essendoci tuttavia né cura né vaccino per il morbo, tuttavia, per Vaia la Fase 2 non è sinonimo di “liberi tutti“.
Secondo Vaia, nonostante l’evidente fase discendente, è necessario tenere la situazione sotto controllo finché non ci sarà un vaccino. Tra i maggiori fattori di rischio, secondo il professore, ci sono i trasporti, e non sarà di certo possibile “tornare ad affollare le metropolitane o i bus. Sarà una fase di transizione: le persone devono mantenere le regole di distanziamento, curare l’igiene, indossare le mascherine“.
Per quanto riguarda le scuole, per Vaia è importante escogitare un piano di azione innovativo. Di certo non è pensabile tornare in classi con 30 alunni, per cui gli spazi dovranno essere ampliati, per creare maggiore distanziamento. Secondo Vaia è invece possibile far tornare le persone in chiesa e nei luoghi di culto con ingressi limitati e finestre aperte. Alla domanda se il virus tornasse, Vaia ribatte:”vorrebbe dire che non abbiamo fatto nulla per evitarlo. La ripresa dell’epidemia non sarebbe una fatalità“.
Per evitare ricadute, Vaia ritiene che sia importante fare test su tutto il territorio ed è indispensabile tenere ospedali dedicati al Covid, per separare i pazienti infetti da quelli con altre patologie. E avvisa che allo Spallanzani verrà inaugurata una nuova struttura, con 40 posti letto e pressione negativa. Ciò vuol dire che lì il rischio di infettarsi è zero.
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