Sono 4 le date chiave per la Fase 2: 4 lunedì che scandiscono la ripartenza di negozi, bar e industrie dopo le misure di lockdown adottate dal governo per far fronte al Coronavirus.
C’è finalmente un calendario per le tappe della Fase 2: 4 lunedì per far ripartire le attività bloccate dalle misure di lockdown. Nonostante le diverse opzioni presentate, tra chi vorrebbe una ripartenza più veloce e chi, invece, preferirebbe una maggior lentezza, il governo Conte ha fissato le date per l’apertura di negozi, bar e industrie. Dal 14 maggio fino alla fine del mese, tenendo conto, però, dei risultati della curva di contagio, in costante monitoraggio. Infatti se l’indice di contagio Ro dovesse ricominciare a salire le riaperture potrebbero avere un rallentamento. Forti pressioni arrivano al governo da parte di molti settori produttivi. Il comparto costruzioni, formata da oltre 600 mila aziende e con 2 milioni di lavoratori, sarebbe pronto a ripartire, così come le imprese che producono materiali edili, arredamento e finiture. I sindacati, però, si oppongono e dal Pd arrivano illazioni: “il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, non vuole litigare con Cgil, Cisl e Uil“.
Il governo si dice preoccupato per alcune decisioni prese dai governatori delle Regioni in materia sanitaria, come la diminuzione dei posti nei reparti di terapia intensiva, che in 10 giorni, dal 13 al 22 aprile, sono passati da 9.463 a 8.840, con una perdita del 25% dei posti nella sola regione Lombardia. Il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, si è detto molto preoccupato e ha dichiarato: “le regole e il calendario di riaperture che concorderemo avranno un punto fermo. Più un territorio è sicuro, più le misure potranno essere allentate. Più il contagio sale, più scatteranno nuove restrizioni. È evidente che le Regioni non devono mai abbassare la guardia, terapie intensive, subintensive e interventi sanitari immediati sui contagiati devono essere la priorità assoluta“. Tenendo, quindi, conto della curva dei contagi la ripartenza delle attività verrà scaglionata a partire dalla prossima settimana.
Il 27 aprile, se i sindacati non opporranno resistenza, ripartiranno le fabbriche di macchine industriali per l’agricoltura e la silvicoltura. Il presidente di Confindustria nautica, Saverio Cecchi, ha chiesto di poter far ripartire anche il settore da lui rappresentato e ha dichiarato: “dobbiamo tornare in attività, non solo per le barche in consegna ma anche per la produzione. Sono preoccupato per la piccola nautica, per cui una settimana di lavoro in più vorrebbe dire tanto. Una settimana per determinati cantieri è linfa, vuol dire recuperare. Non c’è più tempo, un’altra settimana significherebbe far chiudere molte aziende“.
Il 4 maggio ripartiranno i cantieri, le industrie tessili e della moda; e, come annunciato dal direttore dei Monopoli, Marcello Minenna, anche il Lotto e il Superenalotto. Inizieranno ad essere allentate le misure di restrizione e sarà possibile spostarsi, sempre con l’autocertificazione, anche fuori dal Comune di residenza e non solo per motivi di lavoro. Si potrà riprendere a fare sport all’aria aperta, anche oltre i 200 metri dalla propria abitazione.
L’11 maggio potranno riaprire i negozi di vendita al dettaglio: abbigliamento, calzature e tutti gli altri esercizi commerciali, pur mantenendo le restrizioni relative a distanziamento e dispositivi di protezione. Per adesso resteranno chiusi i mercati rionali, che non vendono generi alimentari, e i centri commerciali, perché il rischio di contagio in tali strutture potrebbe essere troppo alto, secondo le indicazioni fornite dal Comitato tecnico-scientifico.
Il 18 maggio dovrebbero rialzare le serrande bar e ristoranti, sempre mantenendo delle regole necessarie al contenimento dell’epidemia: un metro dal bancone, due metri tra un tavolo e l’altro, mascherine e guanti per i camerieri. In tale data sarebbe prevista anche la possibilità di spostarsi da una Regione all’altra, segnale che il peggio è passato, ma solo se i dati relativi ai contagi resteranno positivi.