40 anni dopo la strage di Ustica, i ministeri di Difesa e Trasporti dovranno sborsare 330 milioni di euro. La compagnia tornerà dunque in attivo, visto che era in rosso per 90 milioni.
40 anni dopo, in un certo senso, giustizia è stata fatta. A causa della strage di Ustica, in cui persero la vita 81 persone a causa dell’incidente aereo, è stato stabilito un pesante risarcimento in denaro. Il beneficiario di questo risarcimento è Itavia, la compagnia aerea il cui velivolo Dc9 è stato al centro del disastro di Ustica. La compagnia riceverà ben 330 milioni di euro dai ministeri della Difesa e dei Trasporti. A prendere questa decisione sono stati i giudici della Corte di Appello di Roma, che con una sentenza pubblica pronunciata ieri e arrivata dopo la richiesta della Corte di Cassazione.
La sentenza quantifica il danno aggiuntivo subìto dalla società per lo stop della flotta e la revoca delle concessioni, quest’ultima arrivata dopo la strage di Ustica. Questo risarcimento, in una sentenza confermata due anni fa, era stato quantificato in 265 milioni di euro. L’aggiunta di ulteriori 65 milioni è arrivata proprio dopo che è stato considerato il danno relativo alla revoca delle concessioni. Dunque la vicenda legata alla Aerolinee Itavia Spa e alla strage di Ustica si chiude, almeno per quanto riguarda la diatriba tra la compagnia e lo Stato italiano, dopo quarant’anni di querelle giudiziarie e sulle prime pagine dei giornali.
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La causa è stata portata avanti dagli amministratori straordinari di Itavia. A rappresentarli è stato lo studio dell’avvocato Giuseppe Alessi e dai legali di Luisa Davanzali e Finnat Fiduciaria, i soci che insieme rappresentano il 69% della società. Aerolinee Itavia Spa, prima che arrivasse questa sentenza, vantava un passivo di 90 milioni di euro. In questo modo, la società tornerà in attivo e soprattutto nelle mani della sua attuale proprietà. Tuttavia, se le cose proseguiranno com’era prima dell’emergenza Coronavirus, la compagnia otterrà questo risarcimento attraverso un pagamento rateale. Ma prima bisognerà nominare un commissario ad acta che esegua il pagamento.
Per quanto riguarda la decisione sulla cifra che i ministeri devono stanziare in favore di Itavia, stando al valore dell’epoca si è parlato di una sessantina di miliardi, ovvero 33,1 milioni di euro. Considerando il valore attuale del risarcimento, si è arrivati ai 330 milioni di euro stabiliti con la sentenza emessa ieri. Come scrivono i giudici, la rivalutazione monetaria “mira a ripristinare la situazione patrimoniale del danneggiato ponendolo nelle condizioni in cui si sarebbe trovato se l’evento non si fosse verificato. Gli interessi hanno natura compensativa del lucro cessante subito a causa della mancata tempestiva disponibilità della somma di denaro dovuta a titolo di risarcimento, la quale, se tempestivamente corrisposta, avrebbe potuto essere investita per ricavarne un lucro finanziario”.
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