Fase 2, a Roma via agli esperimenti. I sindaci chiedono maggiore liquidità

In alcune stazioni della metro via alle prove per contingentare gli ingressi e monitorare i flussi dei passeggeri. Tredici sindaci italiani scrivono una nota in vista dell’avvio della Fase 2.

autobus roma fase 2

Roma cerca di prepararsi al meglio per la ripartenza e per la tanto attesa Fase 2. Così nella Capitale partiranno domani alcune sperimentazioni, che riguarderà soprattutto la gestione della mobilità pubblica. Dalla giornata di domani, infatti, in alcune stazioni della metropolitana romana si faranno alcune prove fondamentali per ripartire al meglio. In particolare, si faranno dei test per contingentare gli ingressi e monitorare il flusso dei passeggeri nelle varie fasce orarie. Su alcuni bus, invece, partirà il monitoraggio per verificare l’affluenza dei passeggeri. Questo potrà accadere con l’utilizzo di contapasseggeri e passeggeri a bordo.

Tornando al lavoro che verrà effettuato nelle stazioni delle metropolitane, verrà realizzata una nuova segnaletica a terra sulle banchine. Inoltre verranno affissi cartelli agli ingressi e creati corridoi per realizzare percorsi diversi per i passeggeri e garantire il rispetto delle distanze di sicurezza. Dunque domani tutti questi test prenderanno il via, ma non si limiteranno a questa singola giornata. Fino al via della Fase 2, previsto tra dodici giorni, le sperimentazioni verranno ripetute con cadenza giornaliera, proprio con l’obiettivo di una Roma pronta per tener testa alla grande affluenza di cittadini sui mezzi pubblici.

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Fase 2, l’appello dei sindaci

Intanto tredici sindaci di alcune tra le più grandi città italiane lanciano un appello al Governo. È stata scritta una nota per richiedere maggiore denaro per i Comuni, in vista del via della Fase 2. “Se si vuole davvero far ripartire il Paese – si legge nella nota – , se si vuole dare un’iniezione di liquidità dopo questo lungo stop, bisogna affidarsi agli ottomila Comuni: bisogna darci la possibilità di appaltare le gare con procedure semplificate, bisogna elevare l’affidamento diretto a centomila euro, nominateci commissari con potere straordinario. Fidatevi dei sindaci, non solo a parole”. I Comuni coinvolti sono Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bologna, Genova, Bari, Palermo, Catania, Venezia, Cagliari e Reggio Calabria.

Dario Nardella si è fatto portavoce delle richieste dei sindaci – meteoweek.com

“Sulla riapertura, ormai imminente, è indispensabile – prosegue la nota – fare chiarezza per poterci consentire di programmare una ripresa in sicurezza. Se le mascherine saranno obbligatorie per uscire bisogna disporlo e bisogna procurarle, fissare un prezzo e darle a chi non può pagare. Per poter andare a lavorare in autobus o in metro, si deve decidere la nuova capienza dei mezzi e si deve dire di quanto si riduce. Altrettanto indispensabile è riconoscere un sostegno alle famiglie che tornano al lavoro e lasciano i bambini a casa: con un ampliamento del bonus baby sitter, facendo ripartire le attività gestite dal terzo settore, anche se con numeri ridotti per non creare assembramenti”.

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E le richieste dei tredici sindaci non si fermano qui: “Il costo del trasporto pubblico locale deve essere integralmente coperto, al di là del reale sviluppo dei chilometri programmati, inevitabilmente ridotto. Così come i tre miliardi assegnati ai Comuni devono essere incrementati liberando avanzi di amministrazione e frenando l’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità. Rivendichiamo chiarezza su chi fa cosa. Le Regioni smettano di interferire sulle nostre competenze, come gli oneri di urbanizzazione e l’occupazione di suolo pubblico. Se il loro intento è collaborare, doveroso in questa fase, ci diano una mano a recuperare le risorse per quei servizi che i cittadini si aspetteranno da noi. È urgente, per esempio, un fondo per il sostegno agli affitti di quelle attività commerciali chiuse per decreto e per il pagamento dei canoni demaniali. Questo è il momento di essere responsabili e collaborare. Noi sindaci lo facciamo dall’inizio. Ci aspettiamo – conclude il testo – gli altri rappresentanti istituzionali facciano lo stesso”.

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