Il lockdown imposto in moltissimi paesi del mondo sta contribuendo ad abbattere i livelli di smog, sopratutto nelle granci città. L’unica, incredibilmente, in cui l’inquinamento è aumentato è Roma.
Le misure di lockdown hanno caratterizzato la risposta che molti stati hanno messo in campo contro la pandemia di coronavirus. Secondo alcuni calcoli sono 3,9 i miliardi le persone che hanno subito misure di contenimento. Oltre al risultato di contenere il virus ed evitare molti più morti di quelli che ci sono stati, il lockdown ha generato un effetto secondario ma assolutamente positivo: il calo dell’inquinamento atmosferico in tantissime metropoli. Tranne una: Roma, in cui i livelli di polveri sottili risultano addirittura in aumento: addirittura del 30%.
Lo afferma un rapporto della azienda specializzata in questo tipo di rivelazioni IQAir, che ha messo a confronto i livelli di dieci
città confrontandoli con quelli dello stesso periodo dell’anno
scorso. Nello studio è stato preso in esame un periodo di tre
settimane, scelto in base all’entrata in vigore delle norme nel
paese, per Delhi, Los Angeles, Londra, Madrid, Mumbai, San
Paolo, Wuhan, Seul, New York e Roma. Per Wuhan ad esempio è
stato scelto il periodo dal 3 al 24 febbraio, mentre per Roma
dal 9 al 30 marzo.
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“Nove città su dieci hanno visto una riduzione del livello delle pm 2.5″, scrivono nel report gli autori dello studio. “Le città con i livelli storicamente più alti” aggiungono “hanno visto i cali maggiori, tra cui Delhi (-60%), Seul (-54%) e Wuhan (-44%)”. Per quanto riguarda città invece meno inquinate, come Londra o Roma, l’effetto risulta essere molto minore. Per la capitale inglese il calcolo del valore medio sul periodo considerato ha segnato un -9%, mentre per Roma addirittura un aumento del 30%. Gli autori attribuiscono il risultato assolutamente paradossale al fatto che nella capitale c’è un forte contributo all’inquinamento dei riscaldamenti domestici, che sono stati probabilmente usati di più durante il lockdown, e alla presenza di fenomeni atmosferici che concentrano le polveri. “L’effetto di un blocco come quello dovuto al lockdown è molto più facilmente misurabile in città molto inquinate, si pensi a Delhi che oltretutto non ha un contributo dal riscaldamento, piuttosto che a Roma dove i valori mediamente sono bassi” – commenta Riccardo De Lauretis, esperto dell’Ispra, -. Inoltre noi abbiamo visto proprio a fine marzo l’arrivo di polveri dal mar Caspio, che hanno alzato moltissimo i valori. Ad influire sulle polveri poi ci sono anche altri fattori, dal meteo all’umidità”. Il dato di Roma, sempre secondo Riccardo De Lauretis, potrebbe essere anche dipeso da particolari condizioni dei giorni del rilevamento collegati anche alla situazione meteo.