Coronavirus, fase 2? Ipotesi esonero lavoratori dai 60 anni in su

A breve il governo presenterà il nuovo decreto che consentirà di dare inizio alla fase 2 dell’emergenza coronavirus. Intanto iniziano a circolare le prime ipotesi. Tra queste, l’esonero dei lavoratori 60enni dalla riapertura. 

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(Foto di Vincenzo Pinto, da Getty Images)

Al via alla fase 2 dell’emergenza coronavirus, a breve il decreto con tutti i dettagli, ma intanto emerge un’ipotesi: forse saranno esonerati dalla riapertura i lavoratori dai 60 anni in su. Dal 4 maggio, infatti, riaprirà gran parte delle attività produttive e commerciali dopo un lungo periodo di lockdown. Ma forse i lavoratori con più di 60 anni non saranno coinvolti in questa riapertura. E’ una delle proposte avanzate dalla task foce guidata da Vittorio Colao. Si tratta, tuttavia, di un’ipotesi non totalmente sostenuta dal premier Conte, non convinto dell’attuabilità di un piano del genere. Anche Pd e M5S frenano. L’ipotesi cercherebbe di inserirsi in un piano generale di riapertura scaglionata e graduale di convivenza con il virus.

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Si manterranno mascherine sui volti e distanze di sicurezza. Presumibilmente fino all’arrivo di una soluzione definitiva: un vaccino o una terapia specifica. La fase 2 si presenta quindi come una cauta sperimentazione. In presenza dell’individuazione di nuovi focolai l‘Italia sarebbe pronta a imporre nuovamente il lockdown, almeno nelle aree interessate. Per questo molto dipende dalla capacità di coordinazione tra governo centrare e territori, enti locali. E’ ancora in corso, infatti, la trattativa tra il governo ed enti locali per stabilire una strategia ritenuta adeguata da ambo le parti.

Fase 2, altre ipotesi sulla ripartenza

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(Foto di Filippo Monteforte, da Getty Images)

Più ci si avvicina alla conferenza stampa, più sembrano emergere dettagli sulla ripartenza prevista dalla fase due. A quanto pare sarà via libera alla riapertura di negozi “prevedendo particolari precauzioni per le possibili aggregazioni”. Stessa cautela per ristoranti e bar che “hanno un maggior impatto” nella creazione di nuovi focolai. Quindi bar e ristoranti potranno probabilmente riaprire da metà maggio, ma con una capienza ridotta del 50% per garantire il rispetto delle norme di distanziamento sociale. E’ quanto emerge dal parere del Comitato tecnico-scientifico consegnato al premier Conte. Un parere fortemente preso in considerazione per articolare il decreto in vista del 4 maggio. La linea generale degli esperti sarebbe: no assoluto al rientro a scuola, smart working laddove possibile e divieto totale per attività di aggregazione. Via libera, invece, per il settore edile e manifatturiero.

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Per quanto riguarda gli spostamenti, si assisterà a un recupero parziale della libera circolazione. Certificazione ancora alla mano, probabilmente saranno consentiti spostamenti tra comuni della stessa regione, ma resterà bloccato lo spostamento da regione a regione.

Per quanto riguarda le aziende, si assisterebbe a un via libera al settore tessile e manufatturierio. Secondo gli esperti i due settori appartengono a un livello di pericolosità medio-basso. Ma saranno obbligatori turni scaglionati di entrata e di uscita. Obbligatoria anche la misurazione della febbre all’ingresso. Fermo restando che, laddove possibile, dovrà essere adottato lo smart working.

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 Possibile anche passeggiare “liberamente”, anche allontanandosi dalla propria abitazione. Restano le regole di distanziamento sociale. Sull’accesso a parchi, ville e giardini decideranno i sindaci locali, gli stessi che tramite un’ordinanza ne avevano imposto la chiusura.
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